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02.06.2018 - 15:430
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Pronzini lancia la sfida, "apriamo un dibattito. Altrimenti ne sarei molto deluso". Pontiggia la raccoglie e attacca, "sconcertante quanto lei non conosca le leggi cui giura fedeltà"

Il tema di fondo è sempre quello, il prelievo di Zali al secondo pilastro. Il deputato: "qui la questione è molto più grave di quella dei rimborsi. Partecipa anche lei al muro di silenzio?". Il direttore: "ecco perché quel che ha fatto Zali è corretto. Ma lei non si documenta..."

BELLINZONA – Zali e il prelievo del secondo pilastro per costruire la casa. Da qui, sino al contributo sostitutivo AVS/AI, la battaglia ormai a distanza fra Matteo Pronzini, che dei rimborsi di ogni genere sta facendo un cavallo di battaglia, e il direttore del Corriere del Ticino Fabio Pontiggia.

Dopo la lunga lettera pubblicata, “da parte sua vi è stato un totale silenzio. E questo, devo dire, mi ha sorpreso”, scrive oggi Pronzini.  “Perché è noto come a lei piaccia approfondire le questioni (al di là dei giudizi politici che si possano dare partendo dall’analisi dei dati obiettivi), andare a vedere gli articoli di legge e i regolamenti, consultando verbali , messaggi, etc. È quanto ha fatto, ad esempio , in occasione della mia denuncia sui rimborsi ai consiglieri di Stato, trovando documentazione (che ha pubblicato anche sul suo giornale) con la quale dimostrava che il Gran Consiglio era al corrente (tolleranza indiretta, ho commentato io, che non giustifica un atto illegale). Adesso, invece, silenzio!”.

E l’esortazione: “Forza, direttore, apriamo un bel dibattito nel quale lei è così bravo e competente; a meno che anche lei, come stanno facendo molti, non abbia deciso di giocare al muro di gomma e partecipare alla congiura del silenzio perché questa volta la posta in gioco è alta, molto più alta che sulla questione dei rimborsi. Se così fosse, sarei molto deluso”.

Pontiggia non si è fatto pregare. Attaccando, anche. Nella sua foga anti-istituzionale, il deputato Pronzini si aggrappa ora al contributo (o supplemento) sostitutivo dell’AVS che gli ex consiglieri di Stato ricevono, in aggiunta alla pensione, fino a quando entrano in età AVS. E, come già aveva fatto per i rimborsi spese, tenta di accreditare la tesi, infondata, dell’illegalità del contributo. È sconcertante che un deputato dimostri di non conoscere le leggi alle quali, quando entra in carica, dichiara fedeltà”. Poi: “il deputato Pronzini non si documenta”.

Per quanto concerne Zali, ripete come quel che ha prelevato sia legittimo. “Prima di essere eletto in Governo, Zali ha svolto altri lavori come dipendente. Quanto ha accumulato come capitale di previdenza può essere da lui prelevato anticipatamente e utilizzato, come detto, per finanziare l’acquisto della casa, nei limiti di legge. La successiva attività politica non limita per nulla quel diritto. Ci mancherebbe”. È come se, spiega, “un docente che lavora vent’anni nella scuola e, quando ancora è docente, preleva il capitale del secondo pilastro per acquistare casa. Poi, alcuni anni dopo aver comprato l’abitazione, decide di entrare in politica e riesce a farsi eleggere in Governo. Mica gli si potrebbe dire che, siccome è divenuto ministro, quindi futuro beneficiario della pensione per consiglieri di Stato, deve restituire alla cassa pensioni ciò che ha prelevato anni prima per la casa”.

Anche sul contributo sostitutivo AVS/AI, afferma che ci siano delle normative che lo regolamentano, contenute nella Legge sull’onorario e sulle previdenze a favore dei membri del Consiglio di Stato e la Legge sull’Istituto di previdenza del Cantone Ticino.

Ennesimo round, dunque. Sarà l’ultimo? Prevediamo di no!
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