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28.01.2018 - 10:040
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Clamoroso! "Rimborsi e privilegi illegali", Pronzini va in Procura

Il deputato del MPS ha segnalato a John Noseda l'intera vicenda. Le risposte di Zali non sono bastate a Pronzini, che ritiene che il forfait per il cellulare sia uno stipendio mascherato e che regali (per i 10mila franchi dovuti a fine carica) e i due stipendi supplementari vadano restituiti

BELLINZONA – Pronzini segnala al Procuratore pubblico i rimborsi spese e gli indennizzi di Consiglieri di Stato e Cancelliere! Clamorosa mossa del deputato MPS, che da tempo è in polemica per la questione.

I dati che avevano fatto discutere erano stati resi noti a seguito delle richiesta di Pronzini stesso, che poi aveva subito rivolto un’altra interpellanza per chiarimenti. Gli parevano troppi 300 franchi di rimborso spese per il cellulare, per esempio, oppure l’uso dell’auto governativa, così come i soldi rimborsati per aperitivi e cene (Gobbi lo scorso anno ha presentato un conto quattro volte superiore al consentito) e ancora il “regalo” di 10mila franchi ottenuto da tutti quando lasciano la carica. Anche il fatto di estendere certi privilegi al Cancelliere non gli erano piaciuti.

E nemmeno le risposte di Claudio Zali lo avevano convinto. Se il leghista aveva detto che l’auto di stato non può essere usata nel tragitto casa-lavoro, Pronzini contesta che non vi sono controlli, se Zali afferma che i 300 franchi di cellulare sono stati dati partendo da una legge precedente, il deputato li vede come 3'600 franchi di stipendio mascherati. Per quanto concerne i 10mila franchi, il Ministro ha spiegato che in realtà raramente vengono dati in contanti bensì stampe e riproduzione di temi cari ai vari Consiglieri di Stato. Ma per Pronzini non hanno base legale e sono illegittimi.

Addirittura, ha chiesto, come riporta il Caffè, la restituzione di suddetti regali, così come dei due stipendi ulteriori dati a fine carica.

Zali aveva spiegato come non esiste un rendiconto dettagliato dei rimborsi, ma che essi sono di poche migliaia di franchi per dipartimento e che il termine privilegi è sbagliato.

Ciò non è bastato a calmare Matteo Pronzini, il quale vuole “che il procuratore generale debba esaminare se tali atti non configurino possibili reati penali, sia da parte di chi ne ha disposto la corresponsione, sia da parte di chi li ha ricevuti”. Ci sarà un’inchiesta? Non si sa ancora, John Noseda dovrà occuparsi del dossier prima.
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