CRONACA
Errore medico all'ospedale la Carità di Locarno: tutti gli aspetti da chiarire
Dalla mancata segnalazione al Ministero Pubblico quando è avvenuto il fattaccio, alla falla nelle procedure che ha prodotto l'errore

LOCARNO - Vi sono ancora aspetti da chiarire sull’errore medico avvenuto all’ospedale La Carità di Locarno. Un errore che, fortunatamente, è stato circoscritto grazie alla bravura e all’esperienza del chirurgo, che si è accorto che il piede della paziente che stava operando era quello sbagliato.

Il Caffè ha ricostruito la vicenda dettagliatamente, mettendo in luce i dubbi che andranno sciolti nei prossimi giorni dall’Ente ospedaliero. Innanzitutto una domanda: perché l’errore è stato segnalato soltanto nelle ultime ore al Ministero Pubblico e non, come prescrive la legge, quando i fatti sono avvenuti ad inizio ottobre? 

L’articolo 68 della Legge sanitaria, annota il domenicale, parla chiaro: "Chiunque eserciti una professione sanitaria dipendente o indipendente ha l’obbligo di informare il ministero pubblico di ogni caso di malattia, di lesione o di morte per causa certa o sospetta di reato venuti a conoscenza nell’esercizio della professione". 

Va precisato che la lesione di cui è stata vittima la paziente 12enne protagonista del fattaccio, non comporterà danni permanenti e che la madre della ragazzina è stata tempestivamente informata dell’errore. E, dopo essere stata ragguagliata, la donna ha accordato all’equipe medica il permesso di proseguire con l’intervento. 

Ma detto questo, anche dal profilo sanitario, vi sono importanti aspetti da chiarire.  I protocolli di sicurezza, scrive il Caffé, prevedono atti e verifiche ben precisi. Procedure tali da rendere impossibile quanto accaduto. È quindi inconcepibile che, se tutte le fasi sono state rispettate, sia potuto accadere quel grossolano errore.

A quanto pare, sempre secondo la ricostruzione del domenicale, l’errore iniziale è stato commesso da chi in sala operatoria ha disinfettato non il piede destro, correttamente segnato in precedenza, ma quello sano. Un errore del quale però nessuno in sala si è accorto. C’erano infermieri e anestesisti. La strumentista, l’infermiere anestesista accanto al medico anestesista, un infermiere di sala. Il chirurgo è giunto quando la paziente era già coperta dal telo che lasciava vedere da una "finestra" il piede da operare. Quello disinfettato. Ma quello disinfettato erroneamente.

Il chirurgo ha quindi inciso con il bisturi l’arto. E, come detto, solo le sue capacità professionali lo hanno convinto a fermarsi, ricucendo la ferita.

La direzione dell’EOC sta allestendo un rapporto dettagliato sulla vicenda. un rapporto che dovrà dare risposta a questi interrogativi. Dopodiché, il 16 di novembre, toccherà al Consiglio d’Amministrazione dell’Ente chinarsi sul caso.

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