BELLINZONA – “Ero posseduto da un Cerbero che mi fa perdere il controllo”. Ovvero, una creatura mitologica greca che si posizionava a guardia dell’ingresso degli inferi. In questo caso, l’inferno l’ha creato. La storia è quella di un 24enne ticinese, resa nota nelle ultime ore, che presto andrà a processo alla Corte delle Assise criminali: inizialmente, gli veniva imputato uno stupro, ma poi, scavando, si sono scoperti altri precedenti.
La violenza carnale risale a qualche mese fa, durante il Rabadan. Il giovane trascina una ragazza, appena scesa dal treno, dietro una siepe e la violenta, minacciandola per far sì che non denunci.
La denuncia arriva, e scattano le manette e le indagini sul 24enne. Il suo passato è costellato da episodi di violenza. Secondo quanto riporta la RSI, a metà gennaio scorso tentò di uccidere l’allora compagna, residente nel Locarnese. Dapprima la minacciò con un coltello, poi provò a strangolarla col cavo di un computer, dopo una lite scoppiata per la gelosia di lui. Ma la donna lo accusa anche di averla violentata mentre dormiva, in un’altra occasione.
Poi, come se non bastasse, ci sono rapporti sessuali, seppur consenzienti, con una minorenne, la sua ragazza dell’epoca. Anche durante quella relazione, la gelosia fece la sua parte, e per allontanare un rivale d’amore gettò una bottiglia molotov contro il suo garage in Vallemaggia.
In carcere, si è giustificato parlando del Cerbero. Una perizia psichiatrica aveva parlato di un disturbo raro con una scemata imputabilità di grado medio per lo stupro e lieve per gli altri fatti, conclusioni che non convincono il Tribunale.