BELLINZONA - Greta Gysin…c’è! L’ex deputata dei Verdi ha rotto gli indugi e ha deciso di candidarsi al Consiglio Nazionale (e forse agli Stati). Una candidatura che era nell’aria da tempo e che è stata ufficializzata dalla stessa Gysin con una lunga intervista rilasciata alla Regione.
“Siamo a un bivio nella politica climatica e le scelte dei prossimi anni saranno determinanti per la storia stessa dell’umanità. Voglio dare il mio contributo”, questo la principale motivazione che ha spinto l’esponente ecologista a rientrare nell’arena politica.
Di sicuro, come detto, sarà in lista per i Verdi al Nazionale. Lista che sarà completata anche da esponenti del PC e del Forum Alternativo di Franco Cavalli. E poi sarà congiunta con quella del PS. Obbiettivo scontato e alla portata: raddoppiare la presenza dell’area rossoverde nella deputazione ticinese alla camere.
Resta invece da sciogliere l’ipotesi che Gysin si candidi anche agli Stati, dove sicuramente ci sarà Marina Carobbio, in lista anche per il Nazionale.
“Si tratta di una questione delicata e, per ora, ancora aperta – ha spiegato la diretta interessata al quotidiano bellinzonese –. Come Verdi stiamo discutendo molto al nostro interno sul da farsi e dovremo sicuramente tenere conto di quanto auspicato dal Ps, e da Carobbio in particolare. Ma deve essere chiaro che la decisione finale è dei Verdi e dei suoi partner principali, ovvero Forum alternativo e Pc. Ci siamo dati tempo fino a fine giugno. Personalmente non sono convinta che una candidatura unica per gli Stati sia la strategia migliore, perché con un ticket o una doppia candidatura si favorisce l’area”.
Per quanto infine attiene la questione domicilio (Gysin da qualche anno si è trasferita a Zurigo), l’esponente ecologista taglia corto: “In caso di elezione tornerei in Ticino. D’altronde per me non è mai stata questione di “se” tornare ma di “quando”. Ho già un accordo con il mio datore (Transfair, ndr): in caso di elezione lascerei l’impiego per concentrarmi sull’attività politica federale. D’altronde non sarebbe possibile lavorare, occuparmi di tre figli piccoli e gestire i dossier di Palazzo federale”.