BELLINZONA – E alla fine, saranno due le donne che correranno per gli Stati per l’are rosso-verde unita, come avevano sempre desiderato i Verdi. Nonostante qualche screzio degli scorsi giorni, saranno candidate sia Marina Carobbio che Greta Gysin!
“Il Partito Socialista, I Verdi del Ticino, il Partito Comunista e il ForumAlternativo uniscono le proprie forze per conquistare un secondo seggio d’area Rosso-Verde al Consiglio nazionale e per portare una donna progressista al Consiglio degli Stati. Le quattro forze progressiste hanno sottoscritto un accordo fondato su sette temi politici, il quale prevede la congiunzione delle liste per l’elezione al Consiglio nazionale”, si legge in un comunicato.
Che per il Nazionale ci sarebbe stato un accordo, si sapeva. Ma il nodo erano gli Stati. Come ci si muoveré? “Per il Consiglio degli Stati ci saranno due candidature: Marina Carobbio presentata dal Partito Socialista e Greta Gysin presentata dai Verdi e Sinistra alternativa. L’accordo prevede che per il ballottaggio verrà mantenuta la candidatura che otterrà più voti, la quale godrà dell’appoggio incondizionato delle quattro forze politiche”, sono chiari i movimenti, benché Adriano Venuti, del Partito Socialista e Samantha Bourgoin, dei Verdi del Ticino, hanno ammesso come “c’erano due diverse visioni strategiche, ma abbiamo trovato una sintesi”.
“Le trattative portate avanti dal Partito Socialista, I Verdi del Ticino, il Partito Comunista e il ForumAlternativo in vista delle elezioni federali del prossimo autunno si sono concluse con successo. I rappresentanti delle quattro formazioni politiche, riunitesi a Lugano lo scorso 7 giugno, hanno sottoscritto con entusiasmo un “Accordo di collaborazione tra le forze progressiste ticinesi”, presentato oggi ai media in occasione di una conferenza stampa congiunta. L'obiettivo comune alle formazioni politiche è di “rafforzare la presenza nella deputazione ticinese di figure progressiste e ambientaliste, determinate a contrastare le destre populiste, liberiste e xenofobe” .Quest’area progressista è oggi sottorappresentata a Berna da una sola deputata su 10, mentre in Ticino vi fanno riferimento circa ¼ degli elettori”, prosegue la nota.
“L’accordo sottoscritto si basa su 7 temi politici che riguardano la lotta alla disparità di genere e salariali, la lotta al riscaldamento climatico, la necessità di una cassa malati unica e pubblica, il rafforzamento del primo pilastro della previdenza vecchiaia, il contrasto alla concorrenza fiscale, il rafforzamento del servizio pubblico universale e una politica migratoria attenta alle fasce più deboli”.
“La storia delle lotte sociali molto care alla Sinistra insegna che solo uniti si vince, che uniti siamo forti. Oltre a ciò il vivo auspicio del PS è che questo sia il primo di altri passi; vogliamo poter continuare a collaborare al meglio anche su altri fronti, sui temi cantonali – si pensi al salario minimo – e nella dimensione comunale” si è augurato per il PS il vicepresidente Fabrizio Sirica.
Secondo Samantha Bourgoin, dei Verdi del Ticino, “per garantire un futuro al nostro Paese occorre una politica sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. È per questo che serve un rafforzamento dell’area progressista, l’unica che da decenni propone soluzioni concrete, efficaci e socialmente responsabili. A questo scopo, ponendo l’attenzione su ciò che ci unisce, piuttosto che su quanto ci divide, I Verdi del Ticino si sono impegnati nella concretizzazione di un’alleanza di area”.
Per il partito comunista ha parlato la deputata Lea Ferrari: “Un partito serio analizza la fase storica e la interpreta, poi imposta una strategia. Essa però non deve essere né egoistica né di mero disturbo perché ai lavoratori serve concretezza. Ecco perché, riconoscendo che oggi esiste la possibilità di portare a Berna una doppia rappresentanza di sinistra occorre compattare le fila e lavorare uniti. Il primo passo è stato costruire con i Verdi e il ForumAlternativo una lista unica, ma altrettanto fondamentale è la congiunzione con il PS per frenare chi vuole toglierci anche gli ultimi diritti sociali rimastici”.
Beppe Savary spiega le ragioni che hanno spinto il ForumAlternativo all’alleanza “Miriamo a dare così un contributo nel rinforzare a livello svizzero chi lotta per un mondo diverso, finalizzato all’abolizione dello sfruttamento dei suoi abitanti e del saccheggio che provoca la distruzione della natura. Le condizioni di lavoro e salari dignitosi senza precarietà e dumping, le pari opportunità e rimunerazione uguale per donne e uomini, la lotta contro un sistema sanitario a due binari e per la costituzione di una cassa malati unica e pubblica sono soltanto alcune delle ricette per far stare meglio chi vive da noi”.