ZURIGO – Quando per cercare di sedare una rissa, e magari chiamare aiuto, vieni picchiato e la tua vita, di fatto, cambia. Da tempo stiamo seguendo la vicenda dell’uomo che si trovava al luna park di Bellinzona con la famiglia, coinvolto suo malgrado in una rissa: dopo esser stato portato all’ospedale e aver riportato la rottura di due costole, ha deciso di trasferirsi a Zurigo.
Ma i guai non sono ancora finiti. Dapprima un agente, ci racconta, voleva farlo desistere dal denunciare gli aggressori, poi la sua assicurazione, non convinta che non abbia responsabilità nella rissa, gli paga solo la metà di quanto gli spetterebbe essendo tutt’ora in infortunio. E i soldi scarseggiano, mentre i verbali parrebbero dargli ragione.
L’uomo, come detto, ora vive a Zurigo. Quella sera, però, ha lasciato una forte impronta in lui. Ha sporto denuncia in luglio, ma ancora nessuno gli ha detto come procedono le indagini. “Non mi resta che raccontare che purtroppo in Svizzera, in centro d’Europa ed in un paese democratico, succedono cose di genere (risse e persone che chiedono di non denunciare, ndr). Mi resta solo di alzare le mani ed arrendermi, ma non lo posso fare. Come il 27 aprile ho cercato di salvare la gente dagli aggressori ubriachi, adesso non posso tacere. Se stessi zitto creerei un buon terreno per gli atti di corruzione (amicizie in polizia, negli enti pubblici ecc). Per questi motivi i giovani (specialmente in Ticino) non hanno paura di niente. Loro si sentono intoccabili e la Polizia li favorisce”, sono le sue gravi accuse.
Intanto, la sua assicurazione gli corrisponde solo il 50% di quanto pattuito perché non è certa delle responsabilità. Finchè non hanno i documenti, la situazione non si sbloccherà, nonostante sia intervenuto il legale dell’uomo. “L’assicurazione ha deciso di aspettare la sentenza penale del Tribunale del minorenni di Ticino. Il problema è che non mi pagano ed io ho solamente questo unico reddito a giorno d’oggi per mantenere la famiglia di quattro persone. Strano, io sono una vittima”, afferma.
E secondo le informazioni che il suo legale gli ha girato e che lui ha fatto avere a noi, in effetti è provato che è così. “I minori sono stati sentiti, così come lei, e i due addetti entrambi alle giostre. È pure stato sentito un terzo giovane che non ha partecipato alla rissa, ma anzi ha allontanato uno dei due aggressori”, gli spiega l’avvocato. “La versione dei fatti, così come da lei raccontata, è stata confermata sia dalle altre due parti lese, sia da una persona informata sui fatti. I minori, che hanno ammesso di aver bevuto una bottiglia di vodka in due, hanno ammesso i fatti e hanno dichiarato che il loro intento non era quello di far male. Delle scuse vere e proprie non sono state formulate”.
(abbiamo volutamente omesso i nomi del protagonista, del legale, delle persone sentite dalla Polizia ed anche della sua assicurazione, ma sono tutti noti alla redazione).