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Cronaca
16.09.2019 - 10:110

Moor: "I cartelloni elettorali? Non ho inventato nulla, sono dati e fatti precisi"

Il candidato al Nazionale spiega le scelte della sua campagna: "Certi contrasti mettono politici e magistrati con le spalle al muro"

LUGANO - I manifesti e i banner elettorali di Michele Moor, candidato al Consiglio Nazionale per il PPD, stanno facendo discutere. Il suo slogan è “il giusto equilibrio”. Un equilibrio che Moor persegue sottolineando alcune palesi iniquità: “Un uomo di 49 anni condannato a 9 mesi per pedofilia. Un 31enne condannato a 12 mesi per pirateria stradale”. E ancora: “Disoccupati in Ticino, 12.650; frontalieri in Ticino, 66.313”. Gli abbiamo chiesto di spiegare le scelte della sua campagna.

 di Michele Moor * (Da Liberatv)

 “Si dice che 'Il medico pietoso fa la piaga purulenta’. Per questo motivo ritengo sia meglio parlare in modo diretto, ovviamente attenendosi ai fatti, quando si affrontano temi delicati, come la pedofilia.

So che in queste ore qualcuno ha storto il naso di fronte ai contrasti che mi sono permesso di evidenziare nell’ambito della campagna elettorale. Ma non mi sono inventato nulla. Ho citato dati e fatti precisi.

Qualsiasi persona che abbia il più blando senso delle proporzioni non può non rimanere quantomeno perplessa, per usare un eufemismo, di fronte a un pedofilo condannato a nove mesi e, per contro, un automobilista indisciplinato che di mesi se n’è visti comminare dodici, senza aver provocato feriti. Ovvio che entrambi vadano puniti, ma la Giustizia è chiamata anche “Dea bendata” perché non dovrebbe guardare in faccia a nessuno. Non perché cieca di fronte a ingiustizie abnormi.

La saggezza popolare ci ha insegnato che “la verità punge”. E certi evidenti contrasti mettono con le spalle al muro, davanti alle loro responsabilità, politici e magistrati. Perché ci parlano di leggi troppo permissive e di sentenze incomprensibili che, invece di urtare la sensibilità dei soloni del politicamente corretto, dovrebbero stimolare un dibattito sulla Giustizia ingiusta. Abbiamo bisogno di leggi più severe, chiare e non interpretabili quando si tratta di violenza sui bambini. Non di mal interpretato garantismo.

Così come, invece di scandalizzarci per la diffusione di cifre ufficiali, dovremmo interrogarci tutti, seriamente e una volta per tutte, sul fatto che, in Ticino, nel mondo del lavoro, c’è qualcosa di assurdo. Ma qualcosa di macroscopico, se abbiamo oltre 66mila frontalieri e, contemporaneamente, più di 12.600 disoccupati. Già, oltre 12.600: questa cifra, nella sua interezza, non viene mai diffusa perché fa paura. Si preferisce parlare di iscritti agli Uffici regionali di collocamento e, separatamente, delle persone in assistenza. Come se indorare la pillola servisse a risolvere i problemi.

Spesso, in politica, come nella vita, i compromessi sono necessari. Anzi, in Svizzera sono diventati una vera e propria arte, elevata a virtù. Ma il giusto equilibrio tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato non può farci perdere di vista la necessità di cambiare ciò che è sbagliato. E quando si tratta di pedofili, di compromessi sarebbe il caso di non trovarne proprio. Così come, quando leggiamo che la prima categoria tra chi si toglie la vita è rappresentata dai disoccupati e che - sono dati diffusi proprio in queste ore - nel nostro Paese 541 mila persone hanno pensato di togliersi la vita nelle ultime due settimane e 200 mila hanno già fatto almeno un tentativo nel corso della vita, ci vuole il giusto equilibrio tra esigenze del mercato del lavoro ed esigenze di chi il lavoro non ce l’ha. Oltre alla volontà di vedere i problemi per quello che sono prima, dopo e durante la campagna elettorale”.

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