COMANO - Addio a Marco Zucchi. Il popolare giornalista ticinese, che per anni ha raccontato il cinema alla RSI, è morto oggi a soli 49 anni. Da tempo, come si legge sul sito della radiotelevisione pubblica, combatteva contro una malattia subdola che si è rivelata incurabile.
Marco Zucchi aveva esordito 20 anni fa ai microfoni di Rete 3. Negli anni la sua grande passione per il grande schermo lo aveva portato a diventare coordinatore del centro di competenze cinema della RSI. Da una decina di anni seguiva per noi regolarmente tutti i festival principali, da Venezia Berlino, da Cannes a Locarno.
“Dover dire addio a un collega che ancora non ha 50 anni - ha scritto su Facebook Maurizio Canetta - è straziante. Marco Zucchi è morto questa mattina e quando ho visto sullo schermo del telefonino la chiamata di sua moglie Enrica Alberti - collega di Rete Uno - ho dovuto fare i conti con una notizia attesa, ma che ha aperto una lacerazione nel cuore. Non ci può essere preparazione di fronte a una cosa del genere”.
“Marco - ha aggiunto Canetta nel suo commuovente ricordo del collega - ha cominciato a Rete Tre, poi ha raccontato il cinema in ogni modo possibile, in radio, in televisione, sul web. Lo ha fatto per passione e questo lo portava ad andare con entusiasmo alle prime dei grandi film internazionali come sui set dei nostri film svizzero italiani e svizzeri, che ha sempre curato e seguito con affetto e dedizione. Ho lavorato in diverse occasioni con lui e ho sempre visto nei suoi occhi la fiammella del piacere di fare quel che stava facendo, in qualunque contesto, in ogni situazione”.
“Da qualche anno - ha concluso Canetta - la salute lo tormentava, ma appena riusciva, buttava all’aria tutto per venire a lavorare, a progettare, a preparare contributi per le colleghe e i colleghi di ogni rete radiofonica, del web, della televisione. L’anno scorso ha condotto in porto la produzione dei programmi sul Festival di Locarno. Non è stato semplice per lui. Ma tutti i giorni ha diretto la redazione e si è speso in prima persona. Come non sarà semplice per le colleghe e i colleghi che domani vedranno la scrivania vuota. E come soprattutto sarà difficile per Enrica spiegare alla piccola Margherita che il suo papà non è partito solo per un festival all’estero. Non la consoleranno mai abbastanza le nostre parole che ricorderanno una persona limpida e di valore. Ciao Marco, che la terra ti sia lieve”.