CRONACA
"Se la Svizzera disdice l'accordo, non ci saranno più ristorni e i frontalieri pagherebbero di più". Ma un deputato è convinto: "Non succederà"
Lo studio commissionato dal Governo ticinese all'Università di Lucerna sta facendo discutere oltre Frontiera. Currò: "La disdetta avrebbe ripercussioni su entrambe le nazioni"

VARESE – In Italia sono convinti che nulla cambierà e che la Svizzera, nonostante il Governo ticinese abbia commissionato uno studio per capirne le conseguenze, non rescinderà l’accordo fiscale del 1974.

“L’unico accordo in essere ma mai ratificato dai due parlamenti è quello del 2015. Da lì bisogna ripartire se si vuole modificare la normativa”, ha spiegato il deputato PD Enrico Borghi.

“Nel 2016 inoltre, io e altri colleghi, abbiamo presentato e fatto votare una mozione che poneva dei paletti a quell’accordo. All’aspetto fiscale, si sarebbe dovuto abbinare quello sociale. Ai frontalieri non andavano chiesti solo doveri ma riconosciuti dei diritti varando uno Statuto del lavoratore frontaliere che fino ad ora non c’è. Sono cose che la settimana scorsa, quando abbiamo incontrato il presidente del Gran Consiglio del Canton Ticino sono state dette sia da parlamentari di maggioranza e che di opposizione. Ci siamo presentati come italiani”, termina.

Sergio Aureli, sindacalista, sottolinea come la rescissione unilaterale sia una delle possibilità che la Svizzera ha. Ovviamente in Italia non la caldeggiano perché vorrebbe dire che non verrebbero più versati i ristorni e che i frontalieri sarebbero tassati in Italia, pagando dunque più tasse.

“La disdetta dell’accordo avrebbe ripercussioni su entrambi gli attori”, ha detto a sua volta il deputato del Movimento 5Stelle Giovanni Currò. Ma è convinto che non avverrà dati gli ottimi rapporti fra i due stati e sottolinea l’importanza del dialogo.

Che però sul tema non pare portare a molto, almeno sinora.

Correlati

POLITICA

"La priorità è la firma dell'accordo, ma intanto vogliamo sapere cosa comporterebbe una disdetta di quello del 1974"

17 GENNAIO 2020
POLITICA

"La priorità è la firma dell'accordo, ma intanto vogliamo sapere cosa comporterebbe una disdetta di quello del 1974"

17 GENNAIO 2020
POLITICA

In Italia pronto un atto parlamentare per chiedere spiegazioni in merito alla mancata firma dell'accordo fiscale

16 GENNAIO 2020
POLITICA

In Italia pronto un atto parlamentare per chiedere spiegazioni in merito alla mancata firma dell'accordo fiscale

16 GENNAIO 2020
Potrebbe interessarti anche

POLITICA

Quadri, "senza esercitare pressioni finanziarie, la Svizzera non otterrà nulla dall'Italia. Consiglio Federale, che fai?"

CRONACA

Il deputato comasco Currò: "Con noi al Governo l'accordo fiscale non si firma"

TRIBUNA LIBERA

Imposte dei frontalieri e debiti di Campione d’Italia, Marchesi: "Bloccare da subito i ristorni"

POLITICA

La destra ci riprova: "Blocchiamo i ristorni. Non sembra esserci l'intenzione da parte dell'Italia di firmare"

CRONACA

Invidia, "i ristorni? Non ratificare un accordo è una scelta legittima, chiedere di non rispettarne un altro no"

POLITICA

L'orgoglio del Ticino. "La lettera con la Lombardia e non solo: abbiamo fatto tutto quanto potevamo per l'accordo"

In Vetrina

IN VETRINA

Intrappolati nella rete: la dipendenza da internet e le sue insidie

04 APRILE 2025
IN VETRINA

Cieslakiewicz, l'anno d'oro di BancaStato e il commosso 'Grazie!' a Bernardino Bulla

14 MARZO 2025
IN VETRINA

Innovative, di design e ecosostenibili: ecco le superfici su misura firmate Gehri Rivestimenti

13 MARZO 2025
IN VETRINA

Tennis, attenzione agli infortuni: traumi acuti e da sovraccarico sotto la lente

12 MARZO 2025
IN VETRINA

Alla TIGEL una giornata all'insegna del Gusto. E il "Master Chef" del gelato

05 MARZO 2025
IN VETRINA

Linfedema e lipedema: patologie ancora sottovalutate. “La diagnosi tardiva è la vera barriera da superare”

25 FEBBRAIO 2025