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Cronaca
24.01.2020 - 09:000

Un forum per le donne. "Quello che ha vissuto una di noi tanto tempo fa può aiutare una che lo sta vivendo ora"

Francesca Ruttilio Crivelli è convinta che unendosi le donne potrebbero "fare il boom" e lancia una piattaforma di discussione dove raccontarsi in anonimo. "Indispensabile, perchè a volte non ci confidiamo nemmeno con la migliore amica o il compagno"

LUGANO – Un forum di donne per le donne, dove parlare, aprirsi, senza vergogna, senza paura, per capire che non si è mai soli. L’idea di Woman Smile, che letteralmente vuol dire “donna sorridi” è di Francesca Ruttilio Crivelli, mamma single, lavoratrice, di origini italiane, che vive in Ticino e dalle difficoltà che ha superato vuol trarre il modo per aiutare altre persone.

“È cominciato come un blog su Facebook, poi è diventata una community. Molte donne mi hanno scritto, contente della mia scelta, da qui la decisione di creare il forum. È un parlare tra donne di qualcosa, di qualsiasi cosa, la possibilità di avvicinare una donna a un’altra donna, quello che ha vissuto una di noi tanto tempo fa può aiutare chi lo sta vivendo ora. La solidarietà è fondamentale, ho conosciuto così tantissime donne. L’obiettivo è sostenersi a vicenda”, ci racconta, entusiasta.

L’idea è senza scopo di lucro, e Francesca cerca qualcuno disposto a darle una mano, magari investendo tempo e capacità. “Tutte assieme facciamo il botto”, è convinta. “Ci vorrebbe una persona che ci sa fare con la tecnologia, poi mi piacerebbe avere una pediatra, una psicologa, un medico, un avvocato. Tutte possibilmente donne”.

La particolarità della sua idea è di aver scelto di creare un forum e non una chat, optando per uno strumento che si usava più qualche anno fa. “L’ho fatto perché ho parlato per esempio con un’amica grafica e mi ha detto che se deve comprare una macchina fotografica va su un forum, con un’altra, che è mamma, che mi ha parlato dei forum per le mamme quando il bambino stava male”. Per ora, dunque, via col forum (che aprirà in concomitanza con il nostro articolo), ma il sogno di Francesca è creare un’app. “La potresti usare mentre fai la coda al supermercato, mentre sei ferma davanti a scuola aspettando tuo figlio o in ascensore. Però servirebbe qualcuno che mi aiuti a svilupparla”.

Il suo racconto è avvincente, coinvolgente, per certi versi anche coinvolgente. Un elemento su cui punta molto è l’anonimato nel racconto. “Spesso su Facebook non te la senti di scrivere i tuoi problemi, conosco mamme che mi girano messaggi splendidi, per esempio raccontandomi che hanno sgridato i figli e si sono sentite male, che si sono chiuse in camera a piangere. Se trovassero  la solidarietà con un’altra mamma, che ha magari un figlio adolescente, che non sa come prendere, aiuterebbe. Ma se qualcuno , dalla vicina di casa all’amica, legge, non è facile aprirsi, confidarsi debolezze. Le donne si confidano con la migliore amica ma spesso non dicono tutto nemmeno al compagno, sono sincere davanti allo specchio”.

Francesca Ruttilio Crivelli ha partecipato, parlando della sua idea, a Filo Diretto sulla RSI. Il giorno dopo la trasmissione è stata fermata da una mamma che le ha detto che è stata brava a metterci la faccia, che lei non avrebbe avuto il coraggio. Un episodio che rafforza il bisogno di creare qualcosa dove parlare coperti dall’anonimato. “Mi sono detta che io ho messo la faccia perché ho superato le cose e sono pronta a aiutare altre. Ma non l’avrei fatto quando ci siamo lasciati con mio marito, quando è morta mia mamma, quando litigo con mio figlio, quando ho problemi al lavoro. Li parli con un’amia o senti una sorella o un fratello. Ci sono donne da sole con situazioni difficilissime, ne conosco diverse, che non si aprono facilmente. Se trovano dall’altra parte di un monitor un’altra persona che ha vissuto la stessa cosa si guardano al mattino allo specchio e si dicono che non sono sole, che ce la possono fare perchè ce l’hanno fatta altre”.

Le obiettiamo che il concetto di ‘davanti a un monitor’ potrebbe essere freddo. “Siamo molto virtuali, guardiamo il cellulare per qualsiasi cosa, soprattutto Facebook, Instagram, i social, perdiamo il tempo davanti così ed è spaventoso”, ammette. “Ma è da li che devi trovare le persone. Il mondo virtuale sta isolando donne e mamme, che magari hanno lasciato una carriera, come me, e hanno fatto le mamme per anni, poi si sono viste crollare il mondo addosso  e si sono dovute rimboccare le maniche. Viviamo nel mondo virtuale però è l’unico sistema per trovare altre persone con situazioni simili”.

Se il forum decollasse, poi, non esclude un incontro vis a vis. “Potrebbe nascere un’amicizia. Magari addirittura conoscendosi solo col nickname, non col vero nome. Una dell’altra conosce solo il vissuto, si parla di quello, ci si abbraccia. Li sparisce il mondo virtuale”.

Le chiediamo quali sono a suo avviso i problemi delle donne ed è un fiume in piena: “Donne e mamme ne possono avere tanti. Accanto a me in trasmissione alla RSI c’era una donna che ha avuto un aborto, non è evidente parlarne. Un altro può essere non vedersi bella allo specchio, non sentirsi abbastanza apprezzata dal marito, trascurata, sola. Si può avere un tumore al seno e non avere il coraggio di parlarne. Si può aver perso un genitore, un fratello, un bambino, il lavoro, essere una casalinga frustrata che ha lasciato il lavoro più bello del mondo per fare la mamma e ora si sente a inutile. E ne ho elencati solo alcuni”.

Francesca ha contattato diverse associazioni che si dedicano alle donne: Associazione Consultorio delle Donne, Dialogare, Consultorio Sportello Donne, Associazione Ticinese Famiglie Monoparentali e ricostruite. “Tutte hanno ringraziato per l’idea. Sovente le donne telefonano, ma poi non si presentano agli appuntamenti oppure non hanno il coraggio nemmeno di alzare il telefono. O non sanno che queste associazioni esistono, il passaparola è importante. Se c’è bisogno, esse ci sono”.

Crede moltissimo nel suo progetto, di una donna che ne aiuta un’altra, col suo vissuto. Una rete di solidarietà, per farci vedere che nel mondo c’è ancora del buono.

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