BERNA – È un momento di stress e di incertezza anche per chi è preposto ai controlli doganali. Le linee sono prese d’assalto da persone che chiedono se hanno il diritto di entrare o uscire dalla Svizzera, i controlli causano code, la Svizzera, come detto, non può vietare un’entrata nel nostro Paese.
Abbiamo parlato con la portavoce dell’Amministrazione federale della dogane (AFD) per la Svizzera Romanda, Donatella Del Vecchio, per capire come stanno vivendo il momento. “Siamo presenti, nell’ambito del nostro mandato, ai valichi di confine. Seguiamo con attenzione l’evolversi della situazione ed è in contatto con le autorità nazionali ed estere”, ci dice.
“L’intenzione del Consiglio federale è di monitorare, analogamente a quanto effettuato da parte italiana, il traffico di frontiera e l’efficacia delle misure ordinate dall’Italia viene effettuata con le risorse disponibili. Lo scopo principale è di individuare movimenti particolari o eccezionali nell’ambito del traffico transfrontaliero. I controlli vengono effettuati a campione o in funzione dei rischi. Inoltre, l’AFD si impegna a promuovere azioni congiunte con le autorità partner italiane”, prosegue.
“I collaboratori e le collaboratrici dell’AFD informano i viaggiatori provenienti dall'Italia delle restrizioni di viaggio esistenti nel traffico turistico e del tempo libero durante i controlli stradali e ferroviari (sono pertanto consentiti i viaggi di lavoro). L'AFD registra quante persone fra di loro sono tornate in Italia in seguito alle raccomandazioni e quante di queste persone sono comunque entrate in Svizzera”: prova che comunque nessuno può realmente fermare i viaggiatori.
“L’AFD consiglia inoltre ai viaggiatori di astenersi, ove possibile, dal viaggiare dall'Italia alla Svizzera. I controlli sono eseguiti da l’altro ieri sera”, conclude.