BELLINZONA - “Il Collegio delle Scuole Medie 2 di Bellinzona chiede all’unanimità che le aule scolastiche non vengano riaperte l’11 maggio ma che si continuino a svolgere l’insegnamento a distanza e il servizio di accudimento necessario alla transizione”. Non si placa la protesta nel mondo della scuola per la decisione di riaprire elementari e medie l’11 maggio. In una presa di posizione inviata il 28 aprile - e oggi ai media - al Consigliere di Stato Manuele Bertoli, e a gli alti funzionari del DECS, sono gli insegnanti bellinzonesi a protestare.
“L'emergenza che stiamo vivendo - si legge nella lettera - ha mutato profondamente la quotidianità di tutta la comunità scolastica e delle famiglie coinvolte. Sono state impiegate tantissime energie per garantire la continuità relazionale e didattica tra docenti e allievi, e questi sforzi hanno permesso di infondere un sentimento di stabilità in una situazione drammaticamente fuori dall'ordinario. Riaprire la scuola l'11 maggio significherebbe stravolgere nuovamente gli equilibri appena ritrovati per ripiombare nell'incertezza di un incombente aumento dei contagi. E questo avverrebbe a poco più di un mese dalla fine dell'anno scolastico”.
“La permanenza di un gruppo di persone all’interno di uno spazio chiuso per diverse ore, seppure mantenendo la distanza di sicurezza - proseguono i docenti - è esplicitamente sconsigliata dagli esperti. A quale scopo dunque correre un ulteriore rischio sanitario riportando gli allievi in classe per 26 giorni effettivi di scuola? A livello di acquisizione di contenuti e di valutazione la ripresa dell’insegnamento in presenza non farà la differenza, in quanto tutti gli ordini scolastici sono stati toccati dall’interruzione e dovranno pianificare i dovuti interventi di recupero in vista del prossimo anno scolastico. A livello relazionale e psicologico il ventilato rientro con mascherine, disinfettanti, classi frazionate, regole di socializzazione rigide e limitanti, in un clima generale di insicurezza per un periodo di tempo molto ridotto, non farebbe altro che generare ulteriori ansia, stress e paura. A livello organizzativo e logistico una riapertura ben fatta richiede uno sforzo enorme e tempi di attuazione e di informazione adeguati. La didattica a distanza per contro si è dimostrata efficace nell’emergenza e potrebbe serenamente accompagnare gli allievi alla fine di quest’anno scolastico, senza costringere le famiglie a una nuova riorganizzazione".
"Ci aspettiamo piuttosto che il Dipartimento comunichi in modo chiaro e con il dovuto anticipo come intende investire risorse economiche ed energie in una pianificazione accurata del rientro a settembre al fine di poter dare agli allievi, alle loro famiglie e al personale scolastico il tempo di prepararsi.A tal proposito riteniamo importante che ci sia da subito un supporto concreto, in presenza, per quei ragazzi che stanno manifestando grosse difficoltà e che venga organizzato uno spazio di condivisione e di confronto tra docenti, allievi e famiglie, che è necessario e dovuto per dare a tutti la possibilità di iniziare il processo di metabolizzazione di questa esperienza così forte dal punto di vista emotivo".
E ancora: “La scuola - terminano gli insegnanti delle Medie 2 di Bellinzona - è pronta a svolgere i compiti che le spettano anche in questa fase di transizione, valutando le situazioni particolari di docenti e allievi e potenziando di conseguenza quel servizio di accudimento che ha finora garantito. Sappiamo che l’esecutivo cantonale deve confrontarsi con le direttive federali e ci rendiamo conto che prendere decisioni in questo momento è estremamente arduo e delicato. Crediamo però che il Ticino debba continuare a essere solidale e coraggioso come ha fatto fino ad ora, difendendo la popolazione sottoposta a una crisi sanitaria che è ben lungi dall'essere superata. Questa presa di posizione altro non vuole essere che un’espressione di responsabilità professionale da parte del corpo insegnante della Scuola media Bellinzona 2”.