ROMA – Anche in Italia si dibatte: il virus c’è ancora oppure no? Bisogna temere una seconda ondata? In Svizzera fanno discutere le dichiarazioni dell’immunologo Stadler, che pare tranquillo.
Sulla stessa lunghezza d’onda, nella vicina Penisola, il primario del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva. "Mi viene veramente da ridere. Oggi è il 31 di maggio e circa un mese fa sentivamo gli epidemiologi dire di temere grandemente una nuova ondata per la fine del mese/inizio di giugno e chissà quanti posti di terapia intensiva ci sarebbero stati da occupare. In realtà il virus, praticamente, dal punto di vista clinico non esiste più", ha detto ieri in tv.
“I tamponi eseguiti negli ultimi 10 giorni hanno una carica virale dal punto di vista quantitativo assolutamente infinitesimale rispetto a quelli eseguiti su pazienti di un mese, due mesi fa. Lo dico consapevole del dramma che hanno vissuto i pazienti che non ce l'hanno fatta, ma non si può continuare a portare l'attenzione, anche in modo ridicolo, dando la parola non ai clinici, non ai virologi veri, ma a quelli che si auto-proclamano professori: il virus dal punto di vista clinico non esiste più", ha insistito.
Ma non tutti ovviamente sono d’accordo. Anche perché Zagrillo ha aggiunto che "terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità".
Sconcertato il presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico-scientifico, Franco Locatelli. "Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal professor Zangrillo con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più’ e che ‘terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità’. Basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus”.