MILANO – Hanno fatto parecchio discutere le recenti dichiarazioni del primario di anestesia e rianimazione dell'Ospedale San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo, secondo il quale "il coronavirus clinicamente non esiste più" (vedi articoli suggeriti). "Dall'osservazione clinica – spiega Zangrillo a Porta a Porta – abbiamo visto una flessione progressiva fino a non vedere più un paziente in terapia intensiva dalla fine di aprile".
Tesi, la sua, appoggiata anche dal direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia del San Raffaele Massimo Clementi che sostiene di aver rivelato "una minore capacità replicativa del Covid-19 in 200 pazienti positivi".
A replicare alle parole di Zangrillo e Clementi ci ha pensato il primario del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano Massimo Galli. "Il numero inferiore di contagi e ricoveri è riconducibile ai due mesi di lockdown e al comportamento responsabile della popolazione. Nessun cambiamento o scomparsa clinica. Solo il 10 per cento delle persone che hanno contratto il virus sono costrette ad andare in ospedale con una polmonite. Tutte le altre, si curano a casa. Ma hanno lo stesso virus".
Poi la bordata diretta a Zangrillo: "Non è scomparso il virus. Bisogna stare attenti a quello che si dice perché resta in testa alla gente".