TICINO – L'Organizzazione per il lavoro in Ticino (TiSin) vuole incontrare la direzione centrale della Manor per chiarire alcune dinamiche della "ristrutturazione" in atto (vedi articoli suggeriti). Lo si apprende da un comunicato stampa in cui viene spiegato che "i processi di “ristrutturazione” in atto alla Manor AG, caratterizzati dal cambiamento peggiorativo delle regole contrattuali interaziendali (riduzione drastica dei contratti a tempo pieno, aumento a dismisura dei contratti precari a ore e su chiamata, pressoché inaccettabili per la manodopera locale che deve far fronte alle esigenze imposte dal costo della vita vigente nel Cantone), nonché la serie di licenziamenti intimati, a fasi alterne, a personale svizzero e domiciliato nel corso del 2019 e del corrente anno hanno indotto l’Organizzazione per il lavoro in Ticino (TiSin) a chiedere un incontro alla direzione centrale della Manor onde discutere i punti seguenti:
a) informazioni sulle procedure di “ristrutturazione” in corso a livello nazionale e sulle conseguenti ricadute sul personale occupato in Ticino;
b) prospettive aziendali del gruppo Manor nel quadro nazionale, con particolare riferimento alle regioni ritenute periferiche;
c) analisi dei contratti individuali di lavoro fatti sottoscrivere al personale occupato in Ticino.
Si tratta di un tema di cui TiSin intende farsi carico sia di fronte alla direzione centrale della Manor e delle altre grandi catene di distribuzioni che operano in Ticino, per opporsi a politiche aziendali inique caratterizzate da nuove forme di dumping sociale tese all’esclusione dai contratti collettivi interaziendali delle manodopera locale o con permesso valido da anni in Ticino, per sostituirla con altra (spesso di provenienza estera) assunta con contratti precari al ribasso, a ore e su chiamata".
E ancora: "In caso di mancata disponibilità da parte della direzione centrale di Manor, TiSin non mancherà di intraprendere azioni sindacali concrete sia sul fronte del personale e chiamando in causa gli uffici cantonali preposti a impedire ogni forma di abuso (contrattuale, salariale e sociale) che sconfini nel dumping sociale teso all’esclusione della manodopera locale o con permesso valido dal tessuto lavorativo cantonale".