BELLINZONA – "Secondo quanto appreso dalla stampa, martedì 23.11 la commissione della gestione dovrebbe decidere se è il caso di dare mandato ad esperti esterni al Cantone di fare un audit per approfondire le responsabilità dell’amministrazione ticinese nel caso di coazione sessuale e stupro da parte di un dipendente del DSS verso giovani, anche minorenni". Inizia così il comunicato firmato dalla Gioventù socialista (GISO) ticinese.
"Il caso è stato recentemente discusso da Falò, che ha presentato numerose testimonianze di abusi fisici e psicologici sistematici da parte di un assistente sociale, il cui ruolo professionale era educativo, verso la sua utenza. Abbiamo accolto con rabbia e disgusto le testimonianze delle vittime e siamo solidali con le loro rivendicazioni di giustizia. Per la Gioventù Socialista è chiaro che esiste una responsabilità istituzionale e che quanto successo sarebbe dovuto essere evitato. Per questo riteniamo essenziale che la Commissione della gestione dia mandato per definire quali sono queste responsabilità e migliorare gli attuali processi interni di gestione di simili segnalazione. Purtroppo però, questo audit non è sufficiente per affrontare profondamente il problema della violenza sulle donne. Questo e numerosi altri casi sono la conseguenza di una società patriarcale nella quale le donne sono sistematicamente rappresentate come oggetti sessuali su cui gli uomini possono costantemente imporre il proprio potere".
E ancora: "Le istituzioni si sono formate all’interno di una società profondamente sessista, e per questo non fanno che riprodurre sistematicamente i rapporti di potere patriarcali. Per questo è necessario un lavoro sistemico e sistematico di lotta al sessismo istituzionalizzato, che una sola commissione di esperti esterni non può risolvere. Non solo vogliamo sapere quali sono le responsabilità istituzionali per questo caso, vogliamo anche una strategia sistemica per rilevare ed evitare le discriminazioni sessiste e delle violenze di genere all’interno di tutti gli uffici pubblici e para-pubblici. La violenza di genere ci riguarda tutt* e non possiamo più tollerare che essa sia tranquillamente perpetrata nelle istituzioni che dovrebbero proteggerci, educarci e migliorare la nostra vita collettiva".