LUGANO - La tecnologia e i cellulari in particolare sono molto diffusi tra i giovanissimi e spesso possono diventare un problema, tra dipendenze, pericoli e bullismo. Si è conclusa con successo l'ottava edizione della campagna di prevenzione “SBULLO”, organizzata dalla Polizia Città di Lugano con la collaborazione dell'Istituto scolastico della Città di Lugano, rivolta da febbraio a marzo, alle ragazze e ai ragazzi di quinta elementare. E sono emersi dati allarmanti.
Infatti, la quasi totalità (96%) degli allievi intervistati ha accesso ad uno smartphone o ad un tablet (anche non di proprietà) e che il 32% di loro afferma di utilizzarli per più di 2 ore al giorno (ciò corrisponde ad almeno un mese intero in media all'anno passato davanti ad un device).
Durante le ore dedicate al tema, si è parlato di bullismo e dei suoi effetti potenzialmente drammatici; con ciò sono stati trattati anche i temi del rispetto, dell’identità e delle differenze, della stima e dell’autostima, delle emozioni e del loro riconoscimento. Un ampio capitolo è stato dedicato al tema dei pericoli in rete e sono stati offerti i consigli per proteggersi dai rischi che si possono incontrare navigando nella rete e utilizzando i social network. Nel programma anche i temi giovanili della violenza, dei furti, dei danneggiamenti e dei graffiti. A parlare con 440 allievi, divisi in 27 classi, sono stati il sergente capo Claudio Mastroianni e il caporale Patrick Bruehwiler.
Lo scopo della lezione è stato quello di fornire agli allievi gli strumenti per riconoscere e proteggersi dai potenziali pericoli dovuti a episodi di bullismo e cyberbullismo, come anche far riconoscere al più presto agli oramai "nativi digitali" l'importanza della protezione dei propri dati personali, visti i rischi ricorrenti quando foto e selfie sono caricati sui social network.