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19.01.2023 - 11:400
Aggiornamento: 20.01.2023 - 18:22

Una vita in treno! "Faccio Napoli-Milano tutti i giorni: meglio che affittare un appartamento"

La clamorosa storia è quella della 29enne bidella Giuseppina, che ogni mattina parte con il treno Italo delle 5,09 per poi rientrare col Frecciarossa della 18.20. "Così, vivendo coi miei genitori, riesco anche ad avere dei risparmi"

NAPOLI - Vivere a Napoli e lavorare a Milano? Appare utopistico e ai limiti del non fattibile, eppure Giuseppina, bidella pendolare, lo fa. Ogni giorno la donna prende il treno alla mattina prestissimo e rientra la sera tardi. La sua è una storia, raccontata da "Il Giorno", che fa interrogare su scelte di vita e sostenibilità del lavoro.

Giuseppina ha 29 anni e da settembre lavora presso il liceo artistico "Boccioni" a Milano. E vive a Napoli. Non ha trovato, a suo dire, una casa a prezzi accessibili e fare la spola ogni giorno le conviene.

“Avevo provato a cercare una stanza, ma tra affitto, bollette e spesa avrei consumato tutto il mio stipendio se mi fossi trasferita a vivere al Nord, e molto probabilmente avrei anche dovuto chiedere alla mia famiglia di aiutarmi economicamente", ha raccontato. "Invece, continuando a vivere a Napoli, dove abito con i miei genitori, riesco anche ad avere dei risparmi. E a ritrovare, la sera, il calore della famiglia, perché dividendo una stanza - che a Milano costa non meno di 600 euro al mese - non avrei nemmeno avuto la possibilità di ospitare qualcuno. Inoltre, acquistando i biglietti in anticipo e accumulando punti viaggio che mi danno diritto a degli sconti, a fine mese per il treno spendo circa 400 euro”.

La sua routine è uguale ogni giorno, decisamente faticosa : “La sveglia suona ogni mattina alle tre e mezza. Alla stazione centrale, il treno Italo delle 5.09 mi porta a Milano in circa cinque ore. Prendo servizio alle 10.30 e stacco alle 17. Acquisto al volo una cena da consumare nel vagone e poi corro di nuovo in stazione, dove il Frecciarossa delle 18.20 mi riporta a Napoli alle 22.53, salvo ritardi". Giusto il tempo, insomma, di tornare a casa e andare a letto, prima di ripartire di nuovo la mattina dopo. A che prezzo? Per lei, al momento conviene vivere così.

“Tutti noi insegnanti stiamo aiutando Giuseppina a trovare un alloggio a prezzo accessibile", è l'intento della scuola, a detta della Professoressa Francesca Alparone, che insegna materie plastiche nel liceo dove lavora la bidella. Che "da settembre incrocia faticosamente le tariffe di Italo e Trenitalia per trovare le offerte sulla tratta dell'alta velocità, compra i biglietti in anticipo di mesi per spuntare i prezzi migliori, accumula i punti e i ticket omaggio", racconta la donna. Che cosa si può fare? "Quel che non capisco è perché, visto che qui a Milano si sa che arrivano tutti questi lavoratori dal Sud, non si faccia niente per aiutarli. Io faccio quello che posso per dare una mano ai collaboratori scolastici della mia scuola che come Giuseppina guadagnano sui mille euro al mese, ma ho provato sulla mia pelle che è un’impresa veramente ardua. Ci sono strutture che affittano stanze con cucina e bagno in comune sui 400 euro al mese, ma comunque sono situazioni difficili da trovare perché molto rare e quindi vanno “a ruba“. Secondo me sono anche difficili e disagevoli da vivere soprattutto se non sei più una ragazzina. Per gli appartamenti in affitto, spesso la firma del contratto è accompagnata da tre o sei mesi di caparra da pagare in anticipo, un costo che molta gente non è in grado di sostenere. Penso che come c’è la Casa dello Studente vicino alle università, ci potrebbe essere anche la Casa del Pendolare o di chi è precario o di che, come Giuseppina, lavora qui per nove mesi all’anno e che non può permettersi un appartamento in affitto, ma cerca un qualcosa a un prezzo calmierato. Trovo assurdo che non ci sia nulla di tutto questo in una grande metropoli come Milano".

Una situazione difficile, a quanto pare non l'unica, anche se è finita sotto i riflettori per quanto è clamorosa. Pensare che possa convenire prendere un treno da Napoli a Milano sei giorni la settimana, per rientrare la sera, piuttosto che vivere nel capoluogo meneghino, appare assurdo. Eppure... 

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