LUGANO - Un vescovo che non sia per forza "ticinese". Lo chiedono con una petizione alcuni cittadini, attivi in politica ma che agiscono a titolo personale, con nessun legame istituzionale o di associazioni o partiti.
La Diocesi di Lugano dovrebbe scegliere il suo nuovo Vescovo, che andrebbe a sostituire il dimissionario Valerio Lazzeri. Al momento il ruolo è di Monsignor De Raemy che però non potrà essere confermato non essendo ticinese: da qui, probabilmente, la petizione.
L'argomento è infatti datato ma la presenza di De Reamy, che ha fatto una buona impressione ai fedeli in questi mesi, l'ha fatto tornare di attualità.
"La nomina del Vescovo di Lugano è soggetta alla convenzione tra Consiglio Federale e Santa Sede del 4 luglio 1968, contenente una clausola risalente alla convenzione del 16 marzo 1888 secondo la quale lo stesso Vescovo di Lugano deve essere scelto tra “sacerdoti cittadini ticinesi” (nel testo originale in francese “ressortissants tessinois”)", si legge nel testo, indirizzato a Ignazio Cassis e al Nunzio apostolico a Berna Monsignor Krebs.
"Riteniamo che questa clausola sia sorpassata e figlia del suo tempo, e impedisca a preti della diocesi di Lugano non svizzeri o a Vescovi svizzeri di valore (come l’attuale Amministratore apostolico) di essere nominati Ordinari Diocesani a tutti gli effetti. Chiediamo che la convenzione sia rivista e venga lasciata libertà di nomina", termina.
Monsignor De Raemy ha commentato la notizia a catt.ch: "L'Amministratore apostolico ha appreso dagli organi di stampa della notizia dell’avvio, da parte di alcuni privati cittadini, di una raccolta firme per chiedere la modifica del capoverso della convenzione del 1968 tra Confederazione e Santa Sede relativo alla cittadinanza ticinese del Vescovo diocesano. A questo proposito, pur rispettando la scelta degli iniziativisi, ritiene di non dover prendere una posizione in merito".
Il termine ultimo dato dagli iniziativisti per la petizione è il 23 febbraio.