VERONA - Si è concluso, dopo mezz'ora soltanto, l'interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta, il 22enne accusato dell'omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, rinchiuso da sabato nel carcere Montorio di Verona. La breve durata del colloquio fa ritenere che il giovane si sia avvalso della facoltà di non rispondere. Questo, probabilmente, per prendere tempo e poter leggere bene insieme al suo legale l'ordinanza di custodia cautelare e il fascicolo d'indagine, per poi farsi interrogare dal pm Andrea Petroni. La difesa potrebbe anche puntare su una perizia psichiatrica per accertare eventuali vizi di mente. Per ora si sa solo che non c’è l’intenzione di presentare istanza al Riesame per chiedere la scarcerazione o una misura meno afflittiva.
In cella, Turetta è sempre sorvegliato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria, essendo un detenuto a rischio suicidio. Ha chiesto i suoi libri per poter studiare e degli ansiolitici per dormire. Ha anche espresso il desiderio di vedere i suoi genitori, ma non ha potuto farlo prima dell'incontro col giudice. Al momento il 22enne si trova nel reparto di infermeria di Montorio per le visite psichiatriche, ma nei prossimi giorni sarà però trasferito, a sua tutela, nella sezione "protetti", dedicata ai detenuti per reati a forte riprovazione sociale.
Per il legale di Elena Cecchettin, l'omicidio della sorella Giulia è “aggravato dallo stalking”. Il comportamento di Filippo Turetta - secondo l’avvocato della famiglia, Nicodemo Gentile - era infatti connotato da “plurime e reiterate condotte che descrivono 'fame di possesso' verso l’ex fidanzata”.
Intanto le indagini proseguono, ed emergono nuovi elementi sulla morte della studentessa, come il misterioso ritrovamento, vicino al corpo della ragazza, di un libro illustrato per bambini intitolato “Anche i mostri si lavano i denti”, insieme ad una ventina di altri oggetti tra cui fazzoletti imbrattati di sangue e un mocassino nero appartenente alla ragazza.
Giulia sognava di diventare un'illustratrice di libri per bambini, e per il post lauream in ingegneria biomedica (che avrebbe conseguito di lì a pochi giorni) si era iscritta a tal proposito ad un corso a Reggio Emilia. Probabilmente aveva con sè il libro quella sera, o ce lo ha portato Filippo? Non si sa ancora come e perché sia stato rinvenuto vicino al suo corpo; pare escluso, comunque, che il libro sia stato acquistato la sera dell’11 novembre. Manca ancora da ritrovare anche il telefono di Giulia. L’ultimo segnale risale alle 22:45 di quella sera, nei pressi del centro commerciale di Marghera dove i due giovani hanno cenato. Circa mezz’ora prima dell’aggressione, la ragazza ha inviato un messaggio a sua sorella Elena, dopodiché il cellulare si spento. Invece il cellulare di Filippo Turetta ha dato segnali fino alle ore 23.29, agganciato da una cella telefonica nella zona industriale di Fossò. Si tratterebbe del momento tra la prima e la seconda aggressione fisica. Il telefono poi diventa muto ma mentre quest’ultimo è stato recuperato durante l’arresto del giovane in Germania, quello di Giulia insieme al suo pc, mancano all’appello.
Il 1 dicembre verrà effettuata l’autopsia sul corpo di Giulia. Sul suo cadavere sono state trovate oltre venti ferite da arma da taglio, il cui esame potrebbe portare a contestare al giovane l’aggravante della crudeltà. Dal momento che le dichiarazioni rese alla Polizia tedesca (“Ho ucciso la mia fidanzata”) non sono utilizzabili in quanto pronunciate senza l’assistenza di un avvocato, se Turetta decidesse di confessare l'omicidio potrebbe alleggerire la sua posizione processuale. Rimane anche da appurare l’eventuale premeditazione, al momento non contestata all’imputato. Se i vari elementi a sostegno di questa ipotesi (il presunto “sopralluogo” sul luogo del delitto, la presenza di coltelli in auto e del nastro adesivo, un cambio di abiti puliti in un borsone, le ricerche fatte su internet su come sopravvivere in montagna ad alza quota pochi giorni prima) fossero accertati, per Turetta si prospetterebbe la possibilità dell’ergastolo.
Aggiornamento (ore 15:00)
Filippo Turetta confessa: “Ho ucciso Giulia”. Poi scoppia in lacrime davanti al giudice.
Sono i nuovi dettagli emersi dopo l’interrogatorio lampo di stamattina con il Gip di Venezia Benedetta Vitolo. Il 22enne si è effettivamente avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato poi alcune sommarie ma decisive dichiarazioni spontanee.