ARGOVIA - Davide Mezza è un ingegnere 38enne di Pizzighettone, in provincia di Cremona. Da circa dieci anni vive nel Canton Argovia, dove si occupa dello sviluppo di rivelatori di raggi X per acceleratori di particelle. Concluso il dottorato di ricerca al Politecnico di Milano, nel 2013 parte per il Nepal con un biglietto di sola andata, “per riflettere su cosa fare nella vita”. Due mesi dopo approda in India con le idee più chiare: “continuare ad occuparsi di ricerca e sviluppo, preferibilmente nel settore pubblico, tipo le Università o centri dedicati”.
Dopo un discreto numero di anni lontano dall’Italia, l’ingegnere lombardo è in grado di tracciare un quadro nitido di cosa funziona nei due Paesi e cosa no. E lo ha rivelato in un’intervista al Fatto Quotidiano. In primis, la questione salari. “Per quanto riguarda gli stipendi, non c’è gara”, spiega Mezza. “Il lordo è più alto e la tassazione inferiore, il che significa stipendi netti dalle tre alle cinque volte più sostanziosi rispetto all’Italia. Il costo della vita non è certo uguale, ma in Svizzera si riesce a risparmiare decisamente di più e a far progetti a lungo termine. In Italia gli stipendi sono davvero bassissimi”.
In tema di servizi, invece, a sorpresa il confronto Svizzera-Italia è meno impietoso. “Sento già le risate di molti italiani che dicono che i due mondi non sono neanche paragonabili. Posso dire che non in tutti i settori è così”, afferma l’ingegnere cremonese. “Se, ad esempio, la Svizzera è decisamente più efficiente sul fronte burocratico per documenti e certificati, e nei trasporti pubblici i collegamenti sono capillari e la manutenzione delle strade è impeccabile, anche se spesso i numerosi cantieri causano code, l’Italia vince nel sistema sanitario: migliore da ogni punto di vista, dalla qualità del lavoro medico alla gratuità delle prestazioni”.
Dal punto di vista climatico e delle relazioni sociali, invece, non c’è nemmeno da discutere. “In Argovia ci sono inverni lunghi e rigidi, e c’è spesso brutto tempo. Inoltre, farsi degli amici in Svizzera è davvero difficile, manca la spontaneità e nelle relazioni c’è molta freddezza. E poi gli elvetici pianificano troppo. Si fa fatica anche a mettersi d’accordo per una pizza e una birra, se non con largo anticipo”.
A conti fatti, dunque, a Davide Mezza mancano sicuramente la famiglia, gli amici e il clima gradevole, ma tornerebbe in Italia solo se vi fossero fondi per la ricerca adeguati. “In Italia i fondi sono troppo bassi rispetto a quelli percepiti all’estero. E anche quando arrivano è difficile utilizzarli per colpa dell’eccessiva burocrazia”.