Economia
13.05.2018 - 16:470
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Quei ricchi contribuenti in fuga verso l'Italia grazie alla tassa annuale da 100'000 euro. Intanto il Ticino in due anni ha perso 66 globalisti
Quello che secondo molti osservatori ed esperti preoccupa, secondo il Caffè, non è tanto il numero dei contribuenti partiti per l’Italia, quanto il clima che si sta creando in Svizzera verso chi ottiene una tassazione agevolata
BELLINZONA - È bastato un articolo, il 24 bis, infilato all’ultimo momento nel disegno di legge per il bilancio statale, e l’Italia è diventata la nuova sirena dei ricchi. Il Caffè dedica oggi un approfondimento al tema.
Basta pagare una tassa di 100mila euro l’anno, una sorta di "flat tax", e a prescindere dal reddito si è in regola con il fisco. Unica condizione: vivere regolarmente in Italia per almeno nove anni di seguito.
In due anni, da quando la norma è diventata operativa, una trentina di ricchi ha lasciato la Svizzera.
Nel frattempo, dal 2016 al marzo di quest’anno il Ticino ha perso 66 globalisti. Erano infatti 910 due anni fa e ora sono 844.
Secondo Samuele Vorpe, direttore del Centro competenze tributarie della Supsi, la nuova legge italiana “può creare fastidi alla Svizzera perché contiene una strategia fiscalmente attrattiva. Intanto si è dimostrata eurocompatibile, poi è strutturata nel tempo, almeno nove anni di residenza, inoltre la protezione della privacy è garantita".
Per Vorpe i 30 nuovi ricchi italiani non necessariamente sono stranieri, o globalisti andati via dalla Svizzera. "Potrebbe trattarsi anche di ticinesi, non è detto che siano ricchi contribuenti in fuga. Possono essere svizzeri che magari una volta in pensione si trasferiscono a Campione d’Italia e richiedono la tassazione agevolata pagando solo 100mila euro".
Ma Giancarlo Cervino, direttore del Centro internazionale di studi fiscali di Lugano, non crede alla fuga: "Non penso che trenta persone facoltose che dalla Svizzera si spostano in Italia sia un fenomeno preoccupante. O che per la Confederazione abbia un impatto importate sulle casse pubbliche".
Ma quello che secondo molti osservatori ed esperti preoccupa, conclude il Caffè, non è tanto il numero dei contribuenti partiti per l’Italia, quanto il clima che si sta creando in Svizzera verso chi ottiene una tassazione agevolata.