BELLINZONA – Il tasso di disoccupazione ILO esplode letteralmente tra il secondo e il terzo trimestre del 2019 in Ticino, con un aumento del 2,6%, come riporta l’Ufficio di statistica del DFE. Ed era già più alto di quello lombardo, che non è aggiornato, un dato che sicuramente colpisce, dato che è da lì che arrivano la maggior parte dei frontalieri occupati.
Ricordiamo che “trattandosi di una definizione standardizzata a livello internazionale e applicabile ai dati provenienti dalle rilevazioni sulle forze lavoro condotte in tutti i paesi (in Svizzera, la Rilevazione sulle forze di lavoro, Rifos), è possibile paragonare i risultati tra paesi diversi”.
A differenza della SECO, che tien conto degli iscritti agli URC, “ai sensi dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), sono considerate disoccupate le persone in età dai 15 ai 74 anni che rispondono contemporaneamente alle seguenti condizioni (indipendentemente dal fatto di essere registrate presso un ufficio regionale di collocamento o meno): – non erano occupate nel corso della settimana di riferimento, – hanno cercato attivamente un posto di lavoro nelle quattro settimane precedenti e – erano disposte ad iniziare un’attività”.
In Ticino è ora dell’8,1%, rispetto al 5,5% di tre mesi da (in Lombardia era il 5,1%). Aumenta anche in Svizzera, dal 4,2% al 4,6%, dunque crescita e percentuale più bassi che da noi.