BELLINZONA - Lo Stato ha messo a disposizione parecchie forme di aiuto durante il periodo complicato del Covid, per aiutare aziende e imprenditori. Ma sono parecchi, purtroppo, coloro che ne hanno approfittato, con vere e proprie truffe, sia per quanto riguarda l'incasso dei crediti promossi proprio per far fronte alla pandemia sia per illeciti nel lavoro ridotto.
Lo ha spiegato ieri in conferenza stampa il sostituto pg e capo della Sezione resti economico finanziari, Andrea Balerna, che ha anche tracciato un quadro delle società fantasma che nascono, vengono vendute e muoiono con il solo scopo di muovere denaro, di essere usate per fini illeciti o per offrire prestazioni sottocosto. Non sono trascurabili nemmeno i reati che portano al mancato versamento di oneri sociali e imposte. Con Balestra, era presente Thomas Ferrari, responsabile della Polizia giudiziaria
Tornando al Covid, le inchieste per truffe legate ai crediti Covid hanno coinvolti sinora, in Ticino, circa 140 persone, di cui 24 incarcerate. Gli incarti aperti sono una novantina. Molte le società costituite appositamente per appropriarsi in modo indebito di fondi.,
A livello di cifre, si parla di illeciti presunti per 18 milioni di franchi (nel 2020 si era a 10). Gli importi restituiti allo stato e agli istituti di credito amministrativo o sotto sequestro al momento sono circa il 20% del totale.
Tanti i furbetti anche per quel che riguarda le indennità di lavoro ridotto. Molte aziende hanno truccato i dati relativi alle ore effettivamente lavorate durante la pandemia, fingendo che i loro dipendenti ne facessero meno rispetto a quanto realmente accaduto. In Ticino sono stati erogati 900 milioni di franchi in aiuti. Gli incarti aperti sono una settantina.