POLITICA
Un appello per la libertà di stampa. Pronzini, «zittendo i giornali si impedisce ai cittadini di ricevere risposte»
Oltre al deputato MPS, hanno già firmato Ducry, Frizzo, Sergi, Domenighetti, Rossi, Marazzi, Martinoni e Cavalli. L'iniziativa prende spunto dal caso Caffè-Sant'Anna
BELLINZONA - La protesta del settimanale Il Caffè, manifestatasi con una pagina bianca, per il fatto che quattro giornalisti dovranno comparire a processo, denunciati dalla clinica San'Anna per aver pubblicato vari articoli sul caso Rey, non ha lasciato indifferenti.Matteo Pronzini, assieme ad un gruppo di persone di cui fanno parte il granconsigliere Jacques Ducry, il sindaclaista Gianni Frizzo, il coordinatore dell'MPS Giuseppe Sergi, gli economisti Gianfranco Domenighetti, Sergio Rossi, Christian Marazzi, il professor Renato Martinoni e il medico Franco Cavalli, ha lanciato un appello a favore della libertà di stampa.La denuncia, si legge nel testo, è stata effettuata dalla clinica appartenente al gruppo Genolier, e «impone domande e suscita preoccupazione per l'indispensabile ruolo dell'informazione e, nello specifico, delle inchieste giornalistiche».Dopo l'amputazione dei due seni a una paziente, scambiata per un'altra, il settimanale «ha cercato di rispondere ad alcuni interrogativi, tutt'ora irrisolti, di primario interesse pubblico: salute e sanità, ospedali, sicurezza e qualità delle cure a fronte di una spesa annua miliardaria in costante crescita», ed ora non gli viene rimproverato di aver scritto il falso, bensì la stessa pubblicazione dei pezzi.Pronzini, indignato, precisa come probabilmente è il primo caso in Svizzera di una denuncia per qualcosa di simile, e desta preoccupazione, «indicativo della pesante minaccia che grava oggi in Ticino sulla libertà di stampa e sul diritto di cronaca, valori fondamentali garantiti dalla Costituzione. Diritto di pensiero, di parola, di informazione sono la base della democrazia. Principi che la Corte europea dei diritti dell’uomo difende anche a tutela del ruolo della stampa, sottolineando il rischio che ogni sanzione penale ne possa condizionare l’attività».Per i firmatari, «cercare di zittire la stampa, di far tacere l'informazione altro non è che una prova di forza che priva i cittadini del diritto di chiedere e ottenere risposte alle loro legittime domande» e dunque «la difesa della libera informazione è oggi indispensabile in una realtà dove la pluralità giornalistica si sta drammaticamente impoverendo».Si può aderire all'appello inviando un'email all'indirizzo solidarieta@bluewin.ch
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