BELLINZONA - La Riforma III delle imprese? Assolutamente da bocciare, perché da una risposta per adeguarsi alle nuove norme internazionali che aboliranno la possibilità per le aziende di avere uno statuto fiscale speciale, è stata trasformata in un sistema di privilegi per le grandi aziende e gli azionisti, a scapito della popolazione. A sostenerlo e ad argomentare in merito oggi a Bellinzona Marina Carobbio Guscetti, Consigliera nazionale PS, Graziano Pestoni, Presidente USS –Ticino e Moesa, Cristina Zanini Barzaghi, Municipale PS Lugano, Igor Righini, Presidente PS-Ticino, Usman Baig, Co-coordinatore I Verdi e Vincenzo Cicero, UNIA-Ticino hanno argomentato a favore del no il 12 febbraio. La sinistra e i sindacati, insomma, si sono schierati uniti contro la posizione di tre esponenti del Governo (Beltraminelli, Gobbi e Vitta), che, parlando di misure accompagnatorie, avevano di fatto propagandato un sì. A loro avviso, si è di fronte a un inganno simile a quello, come confermato dal Tribunale federale, messo in atto otto anni orsono con la Riforma II. E un sì alle urne comporterebbe, secondo il Comitato per il NO alla Riforma III dell’imposizione delle imprese, perdite per i Comuni e il Cantone attorno ai 3 miliardi, 10 milioni, per esempio, per la sola Lugano, mentre Locarno perderebbe 1,5 milioni.Per