POLITICA
Gobbi di nuovo amareggiato. «Hanno tradito la fiducia dei cittadini. Ma non avremmo potuto fare nulla»
«Sono azioni che non possono essere prevenute attraverso procedure interne più severe o riorganizzazioni», spiega Gobbi. L'impiegato dell'Ufficio migrazione arrestato settimana scorsa è stato sospeso
BELLINZONA - Ancora una volta, Norman Gobbi, Direttore del Dipartimento delle istituzioni, si trova a dover commentare la notizia di due dipendenti statali indagati. Non sono stati arrestati ma sono stati denunciati con l'ipotesi di reato di violazione del segreto d'ufficio. Si tratta di un 24enne impiegato dell'Ufficio esecuzione e di una 49enne che lavora all'Ufficio migrazione.«Come già affermato negli scorsi giorni – e senza intaccare la presunzione d’innocenza – una vicenda del genere non può che suscitare amarezza, delusione e rabbia; i funzionari coinvolti in questa vicenda hanno infatti tradito la fiducia dello Stato e soprattutto dei cittadini, i cui interessi dovrebbero sempre essere posti al centro dell’attività professionale dei collaboratori di ogni pubblica Amministrazione», si legge nella nota del DI.Gobbi sottolinea come «nei nuovi casi emersi in queste ore è venuto a meno il rispetto degli obblighi e dei doveri dei collaboratori (sanciti per altro nell’articolo 29 della legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti). Si tratta pertanto di azioni che sfuggono al controllo del datore di lavoro e che non possono essere prevenute attraverso procedure interne più severe o riorganizzazioni degli uffici trattandosi di gravi mancanze nell’ambito della cultura professionale e dell’onestà del singolo individuo». Insomma, il suo Dipartimento non poteva fare nulla per prevenire questi casi.In ogni caso, «gli Uffici coinvolti continueranno la loro piena e trasparente collaborazione con la Polizia cantonale e la Magistratura. Assicura inoltre che gli abusi comprovati, anche in questi casi saranno trattati con la dovuta fermezza e severità compiendo i necessari passi amministrativi». Alcuni sono già stati intrapresi: infatti il Governo, «dopo aver ricevuto la notifica ufficiale dell’apertura di un procedimento penale da parte del Ministero pubblico, ha provveduto ad aprire formalmente un’inchiesta disciplinare e a sospendere il funzionario dell’Ufficio della migrazione arrestato la scorsa settimana».
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