Politica
21.02.2017 - 13:330
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
"Ci sono radar mobili", ma non si saprà dove
Il Consiglio di Stato ha deciso di percorrere questa strada: gli utenti saranno avvisati della presenza di dispositivi mobili, senza sapere con esattezza dove, in modo da non perdere l'efficacia dei controlli
BELLINZONA - Il Governo cercava una soluzione per applicare il voto del Gran Consiglio, che aveva approvato la segnalazione della presenza dei radar mobili sulle strade ticinesi, senza compromettere l'efficacia di tali controlli (in effetti, era stato provato che, se l'automobilista è a conoscenza della presenza di un radar, rallenta appena prima, per poi riaccelerare, prassi pericolosa).
Dopo alcuni mesi, pare averla trovata: i controlli radar saranno annunciati tramite i canali di informazione istituzionali. Gli utenti della strada saranno quindi a conoscenza che in una determinata regione del Cantone sono previsti rilevamenti della velocità, senza ricevere tuttavia indicazioni precise sull’ubicazione degli apparecchi e gli orari di attività.
Per quanto riguarda invece l’autostrada A2, l’Ufficio federale delle strade ha categoricamente respinto l’idea di annunciare in anticipo i controlli sui tratti di sua competenza.
Per evitare il sovrapporsi di controlli radar a distanza troppo esigua nel tempo e nello spazio, il Consiglio di Stato ha inoltre incaricato il Dipartimento delle istituzioni di valutare una modifica del Regolamento della legge sulla collaborazione fra la Polizia cantonale e le Polizie comunali; l’intento è di inserire un obbligo di coordinamento per le attività dei radar mobili, o di ripartire in modo più rigoroso le competenze, in base al tipo di strada che deve essere posta sotto controllo.
Il Governo precisa di rimanere convinto che la prevenzione sia lo strumento più efficace nell’ambito della lotta agli incidenti stradali e del miglioramento della sicurezza, e annuncia che, come già accade oggi, gli apparecchi mobili per il rilevamento della velocità continueranno a essere utilizzati come opzione secondaria, solo nei punti per i quali le misure di prevenzione non portano ancora ai miglioramenti auspicati