POLITICA
Il padre di Damiano, "giusto poter rientrare nella società, al di là della gravità del reato"
Maurizio Tamagni commenta con noi l'assunzione di uno degli aggressori dei figlio al Civico. "L'alternativa sarebbe avere persone a carico della società senza occupazione, che potrebbero delinquere ancora"
LOCARNO - Era il 2008 quando Damiano Tamagni uscì per passare una serata di divertimento al Carnevale locarnese, e non tornò più a casa, vittima del pestaggio folle di tre coetanei. Una ferita che per la famiglia non si è mai chiusa, e non potrà mai farlo. Per combattere la violenza, ha istituito la Fondazione Damiano Tamagni. Oggi uno degli argomenti più gettonati su media e social è l'assunzione come assistente di cura, seppur con un contratto temporaneo, di uno degli aggressori al Civico. Con la sensibilità che lo contraddistingue, il padre di Damiano, Maurizio Tamagni ha accettato di commentare la vicenda con noi. "Per quanto riguarda gli aggressori di Damiano la giustizia ha fatto quello che poteva fare nei limiti di quanto le è concesso dalla legge e comunque ha fatto il suo corso", ci ha detto. "Personalmente non è un argomento a cui voglio dare peso, preferisco occuparmi di cose positive". "Penso che chiunque abbia pagato il suo debito debba avere la possibilità di rientrare nella società, aldilà della gravità del reato. D'altronde l'alternativa sarebbe di avere in giro persone a carico della società che senza un'occupazione fissa potrebbero ricadere con facilità in ulteriori azioni criminose", conclude. Nella foto Crinari, la fiaccolata del 2009 in memoria di Damiano Tamagni
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