Politica
21.06.2017 - 09:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
Il casellario giudiziale infiamma il Gran Consiglio. La Lega inscena la protesta del silenzio contro "lo scellerato tradimento del Governo". Dadò tuona: "È ora di finirla!". Farinelli: "I ticinesi penseranno che siamo qui a giocare". Durisch: "Il triciclo
Ieri pomeriggio il gruppo Lega ha precisato la sua posizione: “Purtroppo l’ultima decisione sul casellario giudiziale presa unilateralmente dal Consiglio di Stato dimostra che il Governo si è fatto un baffo di due risoluzioni votate dal Gran Consiglio e che andavano esattamente nella direzione opposta"
BELLINZONA – Bocche cucite per protesta. Il gruppo leghista in Gran Consiglio ha deciso di non intervenire nel dibattito parlamentare sul consuntivo. E di astenersi in fase di voto.
In assenza del capogruppo leghista, Daniele Caverzasio, la vicecapogruppo Amanda Rückert ha spiegato: “Abbiamo deciso di restare in silenzio in segno di protesta contro la decisione della maggioranza del Consiglio di Stato di non ascoltare una chiara volontà del Gran Consiglio e di abbandonare la richiesta sistematica del casellario giudiziario”.
Come si poteva immaginare la cosa ha suscitato reazioni politiche: il capogruppo (e presidente) del PPD, Fiorenzo Dadò ha chiesto ieri una sospensione dei lavori, definendo “inaccettabile il fatto che il partito di maggioranza relativa in Governo, senza motivazione, non intervenga e non voti neppure il rendiconto del proprio Dipartimento. Se tutti facessero così non ci sarebbe neppure il quorum per approvare questo consuntivo. Chiediamo pertanto che il silenzio venga motivato, che vi sia una mozione d’ordine e che venga immediatamente convocato l’Ufficio presidenziale”.
Insomma, tensione in aula e il caso si riproporrà oggi: “Decideremo cosa fare sul voto complessivo – ha dichiarato Dadò al Corriere del Ticino – ma è ora di finirla. E finché ci sarò io alla testa del PPD non ci piegheremo più”.
Da parte sua il capogruppo del PLR, Alex Farinelli ha aggiunto, sempre sul Corriere: “Queste scene non fanno bene né all’immagine del Parlamento, né della politica. Perché chi è a casa queste cose non le capisce e pensa che siamo qui a giocare”.
Diversa la lettura del capogruppo del PS. Ivo Durisch, secondo il quale, nell’ambito della manovra di risanamento si è consolidata una maggioranza costituita dal triciclo e ora, visto che la posta in gioco è il palcoscenico, i partiti vanno l’uno contro l’altro per attirare l’attenzione.
Intanto ieri pomeriggio il gruppo Lega ha precisato la sua posizione: “Purtroppo l’ultima decisione sul casellario giudiziale presa unilateralmente dal Consiglio di Stato dimostra che tali presupposti non sussistono. Dimostrazione più chiara di questo modo di agire da parte del Governo è che se ne è fatto un baffo di due risoluzioni votate dal Gran Consiglio e che andavano esattamente nella direzione opposta.
La giustificazione addotta dal terzetto governativo per lo scellerato tradimento, ossia “rottamando il casellario porteremo a casa l’accordo sui frontalieri”, è per noi incomprensibile. Allo stato attuale, nemmeno il Gigi di Viganello può seriamente credere che la rinuncia al casellario porterà dei risultati. Il casellario è per noi una misura per la sicurezza dei cittadini e per rispetto verso tutte le brave persone, che non hanno nulla da nascondere e che il casellario lo devono presentare ad ogni occasione. E già, perché noi bravi svizzerotti dobbiamo richiedere, pagare e presentare il casellario per ottenere praticamente qualsiasi impiego, per poter affittare un appartamento, per poter occupare cariche pubbliche e via dicendo. lo ribadiamo, la sicurezza di un Paese non può essere svenduta sull’altare di interessi economici.
A tutto ciò aggiungiamo che l’indegno voltafaccia sul casellario fa’ fare una figuraccia al Ticino sia verso nord che verso sud.
Verso sud: si conferma la tesi che basta fare la voce grossa e qualcuno cambia idea. La pressione su chi si dimostra debole è destinata ad aumentare. “Chi si fa pecora, il lupo lo mangia”: lo sapevano già i nostri vecchi.
Verso nord: è evidente che, con un simile precedente, quando il Ticino avanzerà specifiche richieste a Berna (votate anche dal parlamento Cantonale !), nessuno vi darà più alcun peso: tanto poi arriverà il dietrofront.
Grazie quindi per aver demolito la credibilità del nostro Cantone e del nostro parlamento grazie a queste giravolte. Siamo dispiaciuti per i cittadini ticinesi che dovrebbero essere rappresentati da un Consiglio di Stato, che invece troppo spesso, sulla scia del governo di Berna, dimentica quali interessi deve difendere.
Se a tutta questa discussione tra sordi aggiungiamo come, su richiesta del gruppo Lega di trovare misure alternative di risparmio, qualche ministro ha pensato bene di decidere di ritornare al parlamento decisioni “poco condivise dal direttore del dipartimento” ma già votate dal Gran Consiglio, è facile capire che per alcuni poco contano le decisioni parlamentari.
Buone basi quindi per una discussione... Il Gruppo Lega ha quindi deciso di non partecipare al dibattito, consapevoli che "non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire" e di conseguenza le tante, troppe parole sarebbero unicamente ad usufrutto dei giornalisti. In segno di protesta verso quello che noi ribadiamo essere una decisione (quella sul casellario giudiziale) in palese conflitto con la volontà popolare, ci asteniamo dalla discussione sul consuntivo”.