POLITICA
Righini replica, "se eleggessero cinque Tuto Rossi, avremmo bruciato di botto 107,5 milioni. E i suoi compari assumono manodopera puntando ai salari al ribasso..."
Il presidente del PS risponde all'intervista su TicinoLibero del "papà" di Prima i nostri: "con la sua palla di cristallo, si guarda bene dal parlare di minimo salariale. A corto di argomenti denigra. Le aziende di Pinoja, Bignasca, Siccardi..."
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di Igor Righini*

Ci sono almeno 21,5 milioni di risposte a Tuto Rossi, membro dell’UDC e tra i padrini di “Prima i nostri”.

Alcune le firmano i suoi compari, come Gabriele Pinoja, primo firmatario primanostrista: “Quando si tratta di assumere un nuovo dipendente, cerchiamo svizzeri. Ma se non troviamo nessuno, dobbiamo ricorrere a quello d’oltre frontiera”. O Attilio Bignasca che ha detto: “Io lavoro con i frontalieri da 55 anni“. Alberto Siccardi, industriale primanostrista che assume principalmente frontalieri è stato lapidario: “La legge d’applicazione di Prima i nostri è demenziale”.

Se i panni sporchi che i primanostristi hanno lavato in pubblico non dovessero bastare, Tuto Rossi si risponde da solo: “Non vogliamo sopprimere la libera circolazione delle persone” ha affermato. Si metta d’accordo con se stesso e col movimento Lega-UDC, poi dica se vogliono la libera circolazione o no senza dimenticare di svelare la famosa ricetta per applicare “Prima i nostri”. Quella di cui parlano da mesi e mesi, ma che finora è rimasta segreta. Una legge d’applicazione che il Consiglio federale “non può escludere a priori visto che “Prima i nostri” “propone solo degli obiettivi sociali “, ma che recentemente il consiglio di Stato ticinese, chiamato ad esprimersi sul progetto di legge concepito dalla speciale Commissione parlamentare, ha dichiarato inapplicabile.

Rimasto senza argomenti e costretto a denigrare, Tuto Rossi – già vicepresidente di BancaStato – parla di leggi che in futuro forse potranno essere applicate, di paletti stretti che si allargheranno e di scenari con cinque Righini o Bertoli al Governo. L’avvocato fa il dotto professore. Pretende di prevedere il futuro dei ticinesi guardando nella sua palla di cristallo, come se non avesse già dato prova delle sue profezie. Si guarda bene dal parlare di denaro e di salari mentre dipinge scenari fantasiosi che non tengono conto del fatto che se il popolo dovesse eleggere cinque Tuto Rossi, avremmo bruciato di botto 107,5 milioni di franchi, ovvero la metà della recente misura finanziaria di rientro.

Troppo facile promettere ai ticinesi di mangiare la torta per primi quando a tavola, loro per primi, fanno sedere gli altri. Ed è quanto i padrini di Prima i nostri dell’economia fanno con le loro aziende dove si assumono gli altri a basso salario. È ormai chiaro che tutto questo serva a fare melina, guadagnare tempo, incantare gli spettatori, senza toccare il vero nocciolo della questione: i salari.

Per lottare in modo efficace contro i salari al ribasso, bisogna introdurre un minimo salariale legale e dignitoso, sotto il quale non si può andare. Il PS ha detto, ripetuto e ribadito che deve equivalere almeno a 3'750 franchi, ovvero alle prestazioni sociali di base del Cantone per un’economia domestica media.

Mentre i suoi compari approfittano del nulla di fatto e delle parole al vento per assumere lavoratori puntando al ribasso sui salari, Tuto Rossi fa finta di niente. La sua palla di cristallo finanziata dalla grande economia speculativa non contempla né la presa in conto di costose distorsioni sociali né la qualità delle buste paga dei ticinesi.

Ed è fin troppo chiaro che Tuto Rossi ha almeno 21,5 milioni di ragioni per parlare d’altro.
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