POLITICA
Un sì alla civica diventa Giorgio contro Giorgio. Giudici, "i docenti sono una casta privilegiata". Fonio, "ci vuole rispetto"
L'ex sindaco di Lugano dice la sua a favore della legge sull'insegnamento della civica ma poi attacca i professori, "si sta perdendo tutto quando la priorità sarebbe tramandare i nostri valori alle generazioni future". Il pipidino, "se il dibattito è questo, non ci sto"
BELLINZONA - A sorpresa, Giorgio Giudici ha preso la parola sul tema della votazione sulla civica, con un intervento sul Corriere del Ticino.

"Non è più sufficientemente e adeguatamente insegnata", ha affermato. È a suo avviso una lacuna evidente, e i giovani che escono dalle scuole sono impreparati per quanto concerne le reogle del nostro paese. Lancia un plauso a chi ha lavorato per quattro anni, primo tra tutti il relatore Guerra, per "generare una terzia via e sopra le parti", con due ore di civica sia alle medie che alle scuole post-obbligatorie. "Una soluzione ragionevole.

Interpellato poi da ticinonews.ch, poi, non si è limitato a ribadire il suo parere favorevole alla legge e dunque la richiesta di votare sì. Giorgio Giudici ha attaccato pesantemente i docenti. "Sono un corpo privilegiato, una casta che si sta opponendo su un tema fondamentale per la maturazione e la formazione dei giovani studenti. Quando io ero un ragazzo che andava a scuola non avevamo tutori o assistenti, ma dei docenti che si preoccupavano davvero della nostra crescita. E non a caso li ricordiamo ancora a distanza di decenni. Oggi si sta perdendo tutto, quando la priorità sarebbe tramandare i nostri valori alle generazioni future".

Un commento che non ha mancato di suscitare reazioni, pur partendo da un tema come quello della legge sulla civica su cui quasi tutti i partiti, come ha sottolineato anche Giudici, sono concordi.

Per esempio, Giorgio Fonio gli ha risposto via social: "se questo deve essere il dibattito a sostegno dell'insegnamento della civica, non ci sto! Ci vuole rispetto per ogni categoria professionale, e anche i docenti, che hanno una responsabilità importante come quella dell'insegnamento ai nostri figli, meritano questo rispetto. Così non ci sto!"

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