Politica
12.09.2017 - 15:120
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43
I dubbi di Quadri, "ma il Consiglio Federale è davvero convinto che con l'Italia tutto vada bene? Oppure il Ticino è sacrificabile?"
Il Consigliere nazionale ritiene che "i Consiglieri Federali non siano consapevoli che i rapporti con la vicina penisola sono altamente problematici perché la controparte non intende rispettare gli accordi e cerca pretesti per non farlo. A pagare è il Ticino. Cosa si fa?"
di Lorenzo Quadri*, interpellanza al Consiglio Federale
Nei giorni scorsi il Consigliere federale Schneider Ammann, dopo un incontro col ministro italiano Carlo Calenda, ha assicurato nel giro di pochi mesi la ratifica dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri con l’Italia.
Non solo l’affermazione appare assai poco credibile, essendo ormai oltre tre anni che ora l’uno ora l’altro/a Consigliere/a federale parlano di conclusione imminente di questa annosa vertenza, ma solleva dei dubbi a proposito della consapevolezza del CF, come gremio governativo, dei problemi esistenti nei rapporti con l’Italia.
Non solo l’Italia non ha evidentemente alcuna intenzione di concludere l’accordo sulla fiscalità dei frontalieri, e men che meno in prossimità delle elezioni, ma sussistono anche importanti difficoltà in relazione alla possibilità degli operatori finanziari svizzeri (nel concreto: ticinesi) di accedere al mercato italiano. Malgrado ciò sia contemplato nella road map.
La pretesa (decisione parlamentare) di porre quale condizione all’accesso al mercato finanziario italiano l’apertura di una filiale nel Belpaese, avrebbe quale conseguenza la migrazione di un importante numero di posti di lavoro dal Ticino alla vicina Penisola, con pesanti ripercussioni occupazionali negative sulla piazza ticinese; che è pur sempre la terza della Svizzera. Un aspetto che il CF non può permettersi di ignorare o di sottovalutare.
L’impressione è che il Consiglio federale non sia consapevole che i rapporti con l’Italia rimangono altamente problematici in quanto la controparte non intende rispettare gli accordi presi con la Svizzera e cerca pretesti per non farlo. A pagare il prezzo di questa situazione è il Ticino.
Chiedo al CF:
- Il Consiglio federale è davvero convinto che nelle relazioni con l’Italia vada tutto bene?
- Quali misure di pressione intende mettere in atto il CF per far sì che l’Italia ottemperi agli impegni presi?
- È intenzione del CF fare delle relazioni con l’Italia un tema della sua politica?
- Oppure il Ticino - e la piazza finanziaria ticinese, malgrado sia la terza della Svizzera – sono considerati sacrificabili nell’ottica di non meglio definiti interessi superiori?
*Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi