POLITICA
10 domande per tutta la Svizzera. L'UDC insiste sui criminali stranieri con un'interrogazione fotocopia a ogni Cantone
Se non è una prima nazionale, poco ci manca. È comunque un gesto forte per far capire quanto il tema sia importante per il partito. In Ticino, la firma Tiziano Galeazzi, assieme a Morisoli, Filippini, Pamini e al liberale Giudici. "Non si può rinunciare all'espulsione se non in casi realmente eccezionali. Vi chiediamo…"
CRONACA

Nel 72% dei casi, il Ticino espelle i "criminali stranieri". È il terzo Cantone più severo, Gobbi soddisfatto

04 GIUGNO 2018
CRONACA

Nel 72% dei casi, il Ticino espelle i "criminali stranieri". È il terzo Cantone più severo, Gobbi soddisfatto

04 GIUGNO 2018
BELLINZONA – Un’unica interrogazione in tutta la Svizzera, depositata quasi contemporaneamente, con gli stessi dubbi. L’UDC mostra di avere più che mai a cuore il tema dei criminali stranieri e della loro espulsione. Invia infatti un atto parlamentare praticamente identico in tutti i Cantoni, ribadendo la necessità di espulsione e ponendo una serie di domande.

Per quanto riguarda il Ticino, l’interrogazione porta la firma di Tiziano Galeazzi, assieme ai colleghi di partito Sergio Morisoli, Lara Filippini e Paolo Pamini ed anche al liberale Andrea Giudici.

Una prima svizzera? Difficile andare indietro negli archivi per esserne certi, di sicuro un’azione coordinata che non si vede da tanto tempo, per sottolineare e rimarcare un argomento a cui i democentristi di tutto il Paese tengono in modo particolare.

“L'articolo 66a del Codice Penale Svizzero (CPS) frutto dell'applicazione dell'iniziativa popolare "Rinvio dei  criminali stranieri", approvata da Popolo e Cantoni, esige che gli stranieri che hanno commesso un reato delitto penale debbano essere automaticamente espulsi dal territorio svizzero per decisione di un  tribunale elvetico. Quest'ultimo non può rinunciare a tale espulsione se non in casi assolutamente eccezionali”, è il monito che si sono viste recapitare tutte le Cancellerie Cantonali ieri.

E poi una serie di domande, uguali per tutta la Svizzera, rivolte ai vari Consigli di Stato:

  “1.  Quanti delitti penali (riferiti all'articolo 66a CPS) sono stati commessi nel nostro Cantone da cittadini stranieri, dall'entrata in vigore della nuova legge federale?

  2.  Quanti di questi delitti penali sono stati oggetto di un giudizio da parte del tribunale?

  3.  In quanti casi giudicati non è stata applicata l'espulsione? E quanti sono stati negli ultimi 12 mesi?

  4.  Per quale motivo non sono stati espulsi?

  5.  In quanti casi dopo l'entrata in vigore dell'art 66a bis CPS è stata chiesta un'espulsione   facoltativa?

  6.  In quanti casi i nostri tribunali hanno pronunciato un'espulsione facoltativa?

  7.  Chi ha la competenza di decidere che un'espulsione facoltativa debba essere richiesta? Esistono delle direttive a tale proposito? Chi esercita l'alta sorveglianza in merito?

  8.  Quale prassi è in vigore nel nostro Cantone inerente alla durata d'espulsione ordinaria? Tempistica e modalità compresa.

  9.  Il Consiglio di Stato condivide il parere che ogni atto penale iscritto nell'articolo 66a cpv1 CPS debba essere obbligatoriamente giudicato da un Tribunale al fine di ossequiare il volere del Popolo sovrano e rispettivamente del Legislatore?

  10. Il Consiglio di Stato ritiene che la pratica in vigore sia appropriata per realizzare la volontà del Popolo sovrano e del Legislatore espressa nell'articolo 66° CPS?”

Le risposte, anche se presumibilmente ci vorrà del tempo, potranno anche permettere di porre un confronto a livello nazionale. Il Ticino, secondo alcuni dati, era risultato fra i Cantoni più restrittivi in materia, con l’espulsione del 72% dei casi, un numero che aveva fatto esultare Norman Gobbi.

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