AGNO – Oggi Filippo Lombardi entrerà ufficialmente a far parte del CdA di Lugano Airport. Non è detto che sarà presidente, lo ha chiarito sin da subito, in una telefonata con TicinoLibero, e lo ribadisce nell’edizione odierna de la Regione. Non basta essere del PPD, il partito dell’uscente Emilio Bianchi. “Di certo non esiste un diritto di successione... In ogni caso il PPD ha già dichiarato in Consiglio comunale che non rivendica la presidenza dell’aeroporto”.
Ad ogni modo Lombardi, che ricorda diverse “sfide impossibili” della sua vita (dalla nuova Valascia al tenere in vita l’Ambrì, dal Giornale del Popolo, nonostante il finale, a TeleTicino), vede nella fine degli anni d’oro di Crossair l’inizio dei guai per lo scalo. “Con la cannibalizzazione di Crossair per salvare il salvabile di Swissair, c’è stata un’esplosione dei costi e per la nuova compagnia Swiss è quasi impossibile fare voli regionali concorrenziali”. Faceva parte della Commissione parlamentare che svolse l’inchiesta sul grounding Swissair e chiese di creare una costola di Swiss che si occupasse di voli regionali. Non è stato fatto…
“Non è impossibile far funzionare un Lugano airport. Ma bisognerà ricreare delle condizioni, che non saranno più quelle d’oro di Crossair, ma che devono rendere vivibile e sostenibile un aeroporto come quello di Lugano”, è la sua ricetta. “Un volo soltanto su Berna non ha senso, sono il primo a dirlo, ma il concetto che era di Crossair, e forse un domani di SkyWork deve essere una rete di voli, come si faceva Lugano-Berna con prosecuzione su Parigi, o Londra, o Bruxelles, mentre arrivando a Lugano c’era la possibilità di continuare per Roma, Venezia, Firenze. Certo, bisognerebbe farlo ai costi giusti utilizzando sulle varie tratte al 100% il potenziale di aerei disponibili”.