BELLINZONA - Dopo la presentazione dell'iniziativa 'Ticino Laico' il PPD ha diramato il seguente comunicato:
"Ci risiamo, e non poteva essere altrimenti, visto che questi tentativi di rimozione identitaria si manifestano con una certa ciclicità. Un gruppo di ticinesi, tra i quali due ex Consiglieri di Stato radical chic dalle robuste pensioni per l’occasione riemersi dalle nebbie di un passato dimenticato, ha pensato bene di lanciare un’iniziativa per proporre il divorzio dalle nostre tradizioni. Un’iniziativa che ha come preciso obiettivo quello di annullare ogni possibile collegamento con la nostra storia e le nostre – innegabili! – radici cristiane. Un pericoloso tentativo quello in atto, proprio oggi che sempre più persone – confrontate con la frenesia, la superficialità e l’egoismo di questo mondo globalizzato nel quale viviamo – si sentono vulnerabili e disorientate. C’è al contrario un gran bisogno di certezze, di saldi legami con le nostre origini e di valori comuni attorno ai quali ritrovarsi e riunirsi. Non una cancellazione di secoli di tradizioni e di libertà portate avanti e soprattutto ottenute, con sudore e sangue, da coloro che ci hanno preceduti. Né tantomeno di guerre di religione, montate ad arte, dal sapore ottocentesco. Basta con questi tentativi di boicottaggio della nostra identità in nome di un’uguaglianza dei diritti di tutte le comunità religiose. Così facendo saremmo sì tutti uguali, ma nel vagare senza meta e punti di riferimento".
Oggi la replica di uno dei promotori, Giovanni Barella, che scrive:
"La reazione del Partito Popolare Democratico all'annuncio dell'iniziativa "Ticino laico" è stata, a dir poco, spropositata, carica di nervosismo e, per non farsi mancare nulla, pure offensiva.
Con il metodo squadrista dell'attacco "ad personam", sono stati messi alla berlina due dei promotori, Gabriele Gendotti e Dick Marty, accusati di percepire una pensione per il loro servizio allo Stato. Come se fosse una colpa. Come se, per usare una metafora, "sputassero nel piatto dal quale hanno mangiato".
Come se le stesse pensioni non le percepissero anche gli ex politici del PPD!
Di certo le due conosciute personalità hanno sempre svolto i loro doveri pubblici all'insegna del massimo rispetto nei confronti delle varie ideologie, privilegiando un approccio ai vari problemi che garantisse e proteggesse i diritti di tutti nello stesso modo, attingendo perciò a un pensiero laico.
E la medesima cosa si può dire di tutte le altre persone firmatarie dell'iniziativa.
A proposito delle radici cristiane, invece, possiamo affermare che l'argomento esula dal nostro contesto. Ciò che noi vogliamo cambiare è semplicemente un aspetto del nostro ordinamento costituzionale. È risaputo e incontrovertibile che l'assetto su cui si fonda il nostro Stato si basa su principi illuministici e liberali. Principi che niente hanno in comune con il pensiero cristiano, così come sostenuto dalle rispettive chiese e dai movimenti politici che le rappresentano.
Che poi ognuno sia libero di scavare le origini che più gli aggradano, è un altro paio di maniche!
Indubitabilmente solo una Costituzione che ribadisca realmente e con forza la laicità dello Stato, ossia l'equidistanza da ogni fede, può garantire non solo l'uguaglianza di tutti e tutte, ma pure la libertà di religione nel pieno rispetto anche di chi non ne ha alcuna.
L'art. 24 dev'essere cambiato, come chiede l'iniziativa "Ticino Laico", e invitiamo tutte e tutti a firmare i formulari a partire dall'8 settembre prossimo".