BELLINZONA – PPD, servono le primarie. L’ipotesi scartata dalla Commissione cerca viene rimessa in auge da un aderente, il già Presidente dei giovani-democratici cristiani svizzeri Alessandro Simoneschi. In una lettera aperta a Ufficio Presidenziale, Direttiva e simpatizzanti, ha già pronto anche il calendario per procedere con una votazione per i candidati da mandare in lista.
Entro venerdì 9 novembre vorrebbe l'inoltro delle candidature, nel weekend successivo la verifica dei criteri formali per la candidatura. Giovedì 15 novembre inizierebbe la campagna per le primarie, per andare alle urne sabato 19 gennaio. I risultati sarebbero annunciati la domenica successiva, mentre poi lunedì 28 gennaio avverrebbe la presentazione ufficiale delle liste.
“È difficile riformulare oggi la propria convinta e incondizionata adesione ad un partito che nel suo nome porta quello della democrazia e, nei fatti, stenta ad esserlo fino in fondo. Preso a tenaglia tra la difficoltà oramai storica di profilarsi e uno scandalo più o meno montato, il Partito popolare democratico sta subendo in questi giorni una ulteriore erosione di credibilità. Il teatrino per la determinazione della lista provoca nella base del partito e nei possibili futuri elettori, un sentimento di disorientamento e di perdita di fiducia”, è la sua spietata analisi.
“Non può che nascere il legittimo dubbio circa l’effettiva capacità del Partito popolare democratico di mantenere quella parte di fiducia nella popolazione ticinese necessaria per un’azione politica anche governativa”. Dunque bisogna intervenire: “di fronte ad una situazione così delicata, bisogna avere il coraggio di abbandonare metodi di scelta dei candidati che consegnano a pochi una decisione così importante. Bisogna percorrere nuove vie, spalancare le porte e permettere al più ampio numero possibile di membri e simpatizzanti di partecipare democraticamente alla scelta dei candidati al Consiglio di Stato”.
Quindi, le primarie. “Oltre ad avere una maggiore legittimità, la scelta diretta dei candidati presenta l’inequivocabile aspetto positivo che essi dovranno convincere e spiegare con parole chiare e semplici quale Ticino vogliono realizzare, con quali priorità, con quali risorse. Organizzare delle vere elezioni primarie, alle quali possono partecipare tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori e nei nostri principi, non è solo possibile (il calendario è stretto ma fattibile, vedi sotto) e necessario viste le circostanze, ma rappresenta una opportunità unica per un Partito che favorì con Joseph Zemp - primo Consigliere federale PPD della storia della Confederazione - la tanto declamata democrazia diretta svizzera”.
“Le primarie, oltre a scuotere una base sempre più disorientata e intorpidita, permetteranno la partecipazione di un elettorato più ampio contribuendo al coinvolgimento di persone che non solo si sono allontanate dal Partito ma pure dalle Istituzioni avendo rinunciando a recarsi alle urne. La partecipazione di candidati che non pongono condizioni e non temono il confronto né all'interno, né all'esterno del Partito, innescherà un cambiamento di direzione capace di rigenerare quel capitale di consenso perduto”, prosegue Simoneschi.
“Le energie sprigionate, oltre a lanciare la volata in vista delle elezioni di aprile con un nuovo entusiasmo, costituiranno la condizione per garantire in Ticino un futuro duraturo ad un Partito laico di ispirazione cristiana”, ravvisa, anche se “certamente v’è chi preferisce speculare sulle altrui disgrazie e sperare che nella contesa per il secondo seggio liberale radicale la peppa tencia rimanga ai socialisti. Questi ragionamenti speculativi rappresentano un rischio tanto irresponsabile quanto lo sono stati i subprimes per la crisi finanziaria del 2008”.
“Affrontiamo, piuttosto, il nostro futuro con coraggio. Concentriamo le nostre forze e le nostre energie per garantire al Partito e al Paese, tramite una vera scelta democratica, i migliori Candidati al Consiglio di Stato che oggi il Partito possa garantire”, invita.