POLITICA
Le bordate dell'UDC, "con il sì all'autodeterminazione tornerebbero i contingenti. E a qualcuno non va bene"
Botta e risposta con AITI, che raccomanda di votare no, "il bersaglio sono la libera circolazione e i bilaterali". La replica è pepata

BELLINZONA – Sono bombe, quelle del botta e risposta fra AITI e UDC. Il tema? Ovviamente l’iniziativa sull’autodeterminazione in votazione il 25 novembre.

Per AITI, un sì farebbe della Svizzera una nazione inaffidabile e a rischio per quanto concerne i diritti umani. Ma quelli sono temi già usati. La bordata riguarda gli accordi bilaterali e la libera circolazione: “L’aspetto più controverso dell’oggetto in votazione è che, sebbene i bersagli siano la libera circolazione e gli accordi bilaterali, di fatto andrebbe a colpire solo ed esclusivamente gli accordi che non sono stati votati direttamente dal popolo. Per questo motivo, libera circolazione e accordi bilaterali non sarebbero minimamente toccati in caso di successo dell’iniziativa. In compenso, sarebbero a rischio di denuncia migliaia di accordi tecnici e di protezione giuridica - come per esempio la convenzione per la protezione dei diritti dei fanciulli o quella per la protezione dei diritti dei disabili - a cui nessuno si è mai opposto”.

L’UDC poche ore dopo ha replicato, con durezza, come ci si poteva aspettare. “L’aspetto più controverso dell’oggetto in votazione è che, sebbene i bersagli siano la libera circolazione e gli accordi bilaterali, di fatto andrebbe a colpire solo ed esclusivamente gli accordi che non sono stati votati direttamente dal popolo. Per questo motivo, libera circolazione e accordi bilaterali non sarebbero minimamente toccati in caso di successo dell’iniziativa. In compenso, sarebbero a rischio di denuncia migliaia di accordi tecnici e di protezione giuridica - come per esempio la convenzione per la protezione dei diritti dei fanciulli o quella per la protezione dei diritti dei disabili - a cui nessuno si è mai opposto”, si legge.

E poi: “E la verità è che, in caso di un SI in prossimo 25 novembre, l'iniziativa contro l'immigrazione di massa, approvata da Popolo e Cantoni il 9 febbraio 2014, dovrebbe essere applicata conformemente alla Costituzione svizzera. Nel nostro Paese dovrebbero dunque essere reintrodotti il sistema dei contingenti, che abbiamo conosciuto per più di trent'anni fino alla libera circolazione, e la preferenza indigena in favore dei lavoratori residenti. Un vero e proprio problema per le imprese speculatrici di tutti i settori, in particolare in Ticino dove la libera circolazione ha avuto un impatto socioeconomico deleterio”.

Ovvero, il 9 febbraio andrebbe applicato come lo ha deciso il popolo, non con la legge light in vigore ora. Per l’UDC, è questo il timore delle associazioni economiche, le quali “si sentono rassicurate solo dal diritto internazionale, il cosiddetto diritto superiore, il quale avrà sempre la priorità rispetto alle decisioni del popolo svizzero. In tal modo non dovranno più preoccuparsi della nostra democrazia diretta e delle scelte delle cittadine e dei cittadini svizzeri. Tanto, in ogni caso, ad avere l'ultima parola sarà sempre qualcun altro”.

 

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