POLITICA
Molestie sul lavoro? "Il Governo dice che si fa abbastanza"
Mentre continua a far discutere il processo, il PS si lamenta della risposta del Consiglio di Stato all'interrogazione inoltrata da La Mantia e Lurati l'8 marzo (assieme a un'altra sulla disparità salariale)

BELLINZONA – Con il processo di questi giorni, la cui condanna è arrivata ieri, ai danni dell’ex funzionario del DSS è tornato attuale il tema delle molestie sul posto di lavoro. E il PS qualche mese fa, in occasione della giornata della donna, aveva posto una serie di domande in merito al Governo, oltre ad altre relative alla disparità salariale.

“L'8 marzo dell'anno scorso le nostre Deputate al Gran Consiglio Gina La Mantia e Tatiana Lurati hanno inoltrato l'interrogazione “Molestie sessuali sul posto di lavoro: il Ticino può fare di più?”.

Chiedevano di monitorare meglio il problema e secondo dati attuali. Chiedevano anche se non fosse il caso di formare un gruppo di lavoro specifico, volto a concretizzare le direttive della Confederazione in materia. Chiedevano anche se non fosse il caso di fare una campagna specifica per sensibilizzare di più riguardo al problema. Tutte domande legittime, importanti che rispecchiavano la grande preoccupazione delle Deputate PS e del PS sulla questione”, si legge sui social.

La replica del Governo è datata 27 giugno: il PS riassume con “si fa già abbastanza, non c'era intenzione di fare niente di specifico. Se mai "consolidare quanto già c'era". Cosa è stato consolidato nel frattempo?”.

In effetti, non vengono fornite cifre precise in merito al fenomeno, poiché si dice che gli ultimi dati risalgono a diversi anni fa, e non si sa se sono stati svolti altri sondaggi. La casistica non sarebbe comunque realistica poiché le donne possono denunciare in sede privata e molte non lo fanno addirittura, “per paura di perdere il lavoro o della colpevolizzazione della vittima stessa”. L’idea di avviare una campagna a stretto contatto con le aziende per sensibilizzare sul tema “andrebbe approfondita definendo degli obiettivi specifici, identificando gli attori da coinvolgere e considerando la disponibilità in termini di risorse”.

In merito alla richiesta di creare un’entità simile al “Gruppo stop molestie”, che si occupa dei dipendenti dell’amministrazione cantonale, anche per il privato, è stato spiegato come gli impiegati nel privato hanno diversi enti cui rivolgersi, dunque non ne serve uno ulteriore, bensì si potrebbero consolidare i servizi dedicati alle vittime. Lo sta già facendo, con un mandato di prestazione, un’associazione senza scopo di lucro, il “Centro di competenza e consulenza sul lavoro e conciliabilità”, con fondi derivanti dalla riforma fiscale del 2018.

Troppo poco e troppo vago, per il PS.

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