BELLINZONA – Sergio Morisoli torna all’attacco, riproponendo assieme a Paolo Pamini, Daniele Pinoja e Edo Pellegrini un atto parlamentare di Cleto Ferrari e Gabriele Pinoja per l’abrogazione della tassa di collegamento. L’iniziativa generica era stata stralciata in attesa della decisione di Mons Repos, arrivata ieri.
“Se è pur vero che il popolo in votazione popolare ha accettato a maggioranza e di misura (50,7%) la nuova tassa, dal 5 giugno 2016 a oggi ne sono cambiate di cose; per questa ragione tramite questa iniziativa elaborata riponiamo il problema al Governo e al Parlamento quanto alla necessità e alla pertinenza di mantenere e proseguire nell’applicazione delle modifiche di legge concernenti l’introduzione della Tassa di collegamento (TC)”, scrivono i deputati.
“Chiediamo che questa nuova imposizione sia immediatamente annullata e invitiamo tutti i partiti a voler collaborare per eliminare senza indugio questo balzello. Non è pensabile e neppure concepibile che i cittadini e lavoratori ticinesi, in difficoltà economiche, in lavoro precario, con il futuro incerto e ora anche colpiti duramente dall’emergenza Coronavirus, debbano sobbarcarsi nuovi oneri finanziari. La tassa di collegamento colpisce infatti primariamente i lavoratori residenti del nostro Cantone e solo parzialmente i lavoratori frontalieri a cui, in prima battuta, si voleva far credere che fosse destinata. Non da ultimo occorre alleviare anche alle aziende un onere, laddove è assunto dal datore di lavoro, che crea divergenze e disuguaglianze di trattamento quanto al modo di applicarlo. A maggior ragione perché laddove negli anni è già stata prelevata non ha prodotto benefici tangibili per il traffico. Gli accantonamenti che sono stati effettuati fino ad oggi devono inoltre essere liberati; in un momento dove la liquidità delle famiglie é sotto pressione questa misura non è solo benvenuta ma anche doverosa”, proseguono.
Vengono riproposte le medesime motivazioni addotte ai tempi da Ferrari e Pinoja, ovvero che il costo della vita è già elevato e non va caricato di ulteriori balzelli, considerando anche che il livello salariale in Ticino è più basso di quello del resto della Svizzera, che la mobilità privata è quasi obbligata dal fatto che le abitazioni sono sparse su tutto il territorio cantonale, che le auto sono in circolazione sono aumentate perché le contingenze obbligano due persone in una famiglia a lavorare. “Il problema del traffico, dell’inquinamento e della salute, certamente esistenti sono da affrontare seriamente; vanno risolti con politiche premianti e incentivanti e educative; non con il classico e superato principio punitivo ( solo per certi) di “chi inquina paga”; che significa poi che chi ha i soldi può continuare ad inquinare e chi ha meno mezzi continuare a dover fare sacrifici per spostarsi”.
Da qui la richiesta di abrogazione di tutti gli articoli di legge relativi alla tassa di collegamento.