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19.05.2020 - 14:220

Anche Romano dice no alla riapertura: "Italia, il ricatto non ci sta"

Aumentano i politici ticinesi contrari a permettere di nuovo la possibilità di circolare tra Svizzera e vicina Penisola. "Non si devono fare concessioni, gli argomenti, non solo politici ma soprattutto epidemiologici e di salute pubblica non mancano"

BERNA – Si moltiplicano i pareri dei politici ticinesi contrari alla riapertura della frontiera italiana. Dopo Marco Chiesa, anche un altro Consigliere Nazionale, il popolare democratico Marco Romano, chiede prudenza.

“No all'apertura rapida e totale delle frontiere con l'Italia, soprattutto per tempo libero e vacanze”, è il suo pensiero. “La mobilità va mantenuta ridotta al minimo, solo per lavoro (nel rispetto dei piani di protezione) e per legami famigliari; l'approccio funziona e i dati di questi ultimi giorni lo dimostrano”. Ad ogni modo, la sua posizione sembra volta a favorire i ricongiungimenti familiari.

È convinto che in una discussione “gli argomenti non ci mancano, non solo politici, soprattutto epidemiologici e di salute pubblica. Berna nei confronti di Germania, Austria e Francia ha confermato una linea molto prudente (data chiara 15 giugno). All'Italia non si possono e devono fare concessioni! Il ricatto non ci sta!”, tuona.

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