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25.08.2020 - 11:270

"Liti, risse, comportamenti irrispettosi, furti, minacce, gesti autolesionisti: asilanti che non vogliono integrarsi, ma vivere di reati!"

Stefano Tonini, dopo lo spettacolare inseguimento del richiedente l'asilo libico a Chiasso, è preoccupato per la situazione nella sua città e chiede al Governo informazioni circa le persone del Centro arrestate

CHIASSO - Una scena da film, che poteva anche finire in tragedia, con un richiedente l'asilo libico che ha rubato una vettura ed è fuggito, forzando due blocchi della Polizia, speronando una vettura e costringendo un agente a sparare. Stefano Tonini, dopo questo episodio, si mostra preoccupato per la situazione esistente presso il Centro asilanti di Chiasso.

"Chiasso è una città da sempre confrontata con i richiedenti l’asilo. Alcuni di essi hanno dato dimostrazione di sapersi attenere alle regole di convivenza civile, mentre altri – soprattutto nel corso degli ultimi mesi – si sono resi protagonisti di comportamenti che hanno richiesto a più riprese l’intervento delle forze dell’ordine", scrive infatti in un'interrogazione.

"Numerose infatti le liti per le vie cittadine a seguito di abuso di alcool, come pure le risse, il turbamento della quiete pubblica e il comportamento totalmente irrispettoso del suolo pubblico urinando anche nei luoghi cittadini maggiormente frequentati, senza dimenticare taccheggi e furti vari perpetrati nelle attività commerciali del Mendrisiotto e non solo. E nella lunga lista di reati ce ne sono molti segnalati dalla cittadinanza giustamente preoccupata, che riferisce anche di minacce effettuate in gruppo ai danni di singole persone indifese alle quali vengono poi rubati oggetti o beni personali", è la sua triste cronaca. "Ciliegina sulla torta: molti dei reati descritti in precedenza vengono sovente commessi dalle stesse persone! Non contenti, frequenti sono pure gli episodi di autolesionismo che necessitano quindi di cure mediche, ovviamente pagate dal contribuente".

Sino al fatto dell'altra sera. "Quello del richiedente l’asilo libico che negli scorsi giorni ha rubato un veicolo dando origine ad un inseguimento per le vie cittadine mettendo in pericolo la vita dei cittadini e degli agenti di polizia in servizio quella notta rappresenta sicuramente il fatto di cronaca più spettacolare, ma certamente non l’unico".

Per il leghista, atti simili sono solo la "palese dimostrazione che queste persone non hanno alcuna intenzione di integrarsi in Svizzera bensì unicamente compiere quotidianamente dei reati". Sa che il tema è di competenza federale, ma vuole porre alcune domande al Consiglio di Stato, per provare a farsi un quadro più chiaro di quanto accade:

"1.     Nell’ultimo anno, quanti sono stati gli interventi da parte dei vari corpi di polizia causati da richiedenti l’asilo?

2.     Nell’ultimo anno, quanti e quali reati hanno commesso i richiedenti l’asilo sul suolo cantonale?

3.     Quanti sono stati, nell’ultimo anno, i richiedenti l’asilo che hanno commesso ripetutamente reati? Quanti reati in media per ogni richiedente l’asilo?

4.     Qualora un richiedente l’asilo mostri un comportamento irrispettoso come quelli sopra descritti o addirittura commetta dei reati, quali provvedimenti si possono prendere? La Confederazione adotta qualche misura rieducativa e/o deterrente presso i suoi centri?

5.     Nel caso di una richiesta d’asilo pendente, a fronte di questi comportamenti la stessa può essere negata? Se no, quali sono le condizioni o i reati che comportano un diniego della richiesta?

6.     Nell’ultimo anno quanti sono stati i richiedenti l’asilo presenti in Ticino che sono stati trasferiti in strutture per la carcerazione amministrativa?"

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