MENDRISIO - Una lettera infuocata. Ieri Fabio Badasci, quando ha annunciato le sue dimissioni, aveva attaccato Matteo Pronzini e per sedare il battibecco fra i due era intervenuto Daniele Caverzasio. Ma che tra i due ci fosse acredine era evidente. Ora il membro dimissionario della Lega rivolge una missiva all'Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio dove chiede un intervento nei confronti del collega.
"A più riprese il Deputato Pronzini, durante le sedute parlamentari, ha tacciato di “ladri” i membri del Consiglio di Stato. Inoltre e a più riprese, egli ha attribuito tale titolo pure ai datori di lavoro ticinesi che, a suo dire, rubano i soldi ai propri dipendenti. Affermazioni queste più volte reiterare ma che, purtroppo, non hanno avuto alcun richiamo formale o scritto da parte del vostro ufficio. Fatto questo già di per sé non accettabile", scrive.
Badasci si sente toccato personalmente: "In qualità di piccolo imprenditore, che lotta quotidianamente per offrire lavoro ai miei nove dipendenti e a un apprendista, tutti residenti in Ticino, mi sono sentito offeso, così come certamente si saranno sentiti offesi tanti altri datori di lavoro, persone oneste e che lavorano anche per garantire lo stipendio al Signor Pronzini, che in qualità di sindacalista incassa la tassa sindacale proprio dai dipendenti".
Ieri gli è stata tolta la parola, precisa. Ma "volevo invitare il deputato Pronzini a scusarsi pubblicamente nei confronti dei datori di lavoro onesti e fargli capire che, prima di offendere con espressioni ingiuriose gli altri, sarebbe opportuno che egli consideri comunque il fatto che, lui, percepisce uno stipendio derivante dalle quote sindacali prelevate dagli operai, ma
che nelle sue attività giornaliere fa di tutto invece che difendere i propri affiliati. Lo stesso sindacato UNIA non l’ha infatti sicuramente spostato a Berna, solo perché era l’unico in azienda a conoscere la lingua tedesca", prosegue con un attacco, decisamente ironico.
"Chiedo formalmente all’Ufficio Presidenziale di intervenire nei confronti il Deputato Pronzini, affinché sia ripristinato il rispetto verso l’intero Gran Consiglio, il Consiglio di Stato e non da ultimo, i datori di lavoro", termina.