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23.02.2018 - 12:120
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Il Consiglio di Stato e i rimborsi, "stiamo ponendo rimedio, ma per ora tutto proseguirà come prima". I capogruppo tentennano, Pronzini scrive all'Ufficio Presidenziale

Mentre verrà aggiornata la documentazione da sottoporre all'UP, i Ministri continueranno a ricevere i rimborsi. "Sospenderli sarebbe come ammettere la propria colpa...", chiosa Pinoja, per Agustoni, Caverzasio e Durisch sarebbe meglio sospenderli. Il deputato MPS lo chiede ufficialmente all'UPDS stesso

BELLINZONA – Il Consiglio di Stato è consapevole di dover sistemare la questione dei rimborsi spese, che è forse un po’ sfuggita di mano e sta rischiando di diventare un nuovo caso stile Argo 1, ovvero che impegni politica  e media per mesi.

Lo sa Manuele Bertoli, che ha confermato alla RSI che qualcosa non ha funzionato. I cinque hanno scritto all’Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio, come riporta La Regione:  “Vi comunichiamo che il governo sta aggiornando, in collaborazione con il Controllo cantonale delle finanze, la documentazione sui rimborsi spese ai sensi dell’articolo 7 della Legge sull’onorario e sulle previdenze a favore dei membri del Consiglio di Stato. Essa sarà in seguito sottoposta al vostro Ufficio presidenziale per approvazione. Parallelamente il governo sta valutando una modifica di regolamento per formalizzare la situazione dei forfait relativi al Cancelliere. Nel frattempo, salvo avviso contrario da parte vostra, la prassi in vigore rimane immutata”.

Dunque, se nessuno dice nulla, per il momento si continua così.

I partiti cosa fanno? Sempre interpellati da La Regione, si sono espressi i capogruppo, praticamente tutti favorevoli a una sospensione. Matteo Pronzini, in prima linea in questa vicenda, ha scritto immediatamente all’ufficio Presidenziale chiedendo la sospensione dei rimborsi, mentre gli altri tergiversano, pur riconoscendo che attendere un’approvazione ufficiale ora sarebbe meglio.

Per il rappresentante de La Destra Gabriele Pinoja, “cambiare la prassi sarebbe stata un’assunzione di colpa.

Per il leghista Daniele Caverzasio, sarebbe stato prudente attendere la riunione della Commissione della Gestione e della Sottocomissione, previste per martedì. Far finta di nulla e proseguire sulla strada tracciata gli pare un atteggiamento poco prudente. Più netto il pipidino Maurizio Agustoni, “È necessario attenersi scrupolosamente a quanto prevede la legge, pertanto non bisognerebbe procedere con il pagamento di forfait che non siano stati autorizzati dall’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio”. Anche il socialista Ivo Durisch commenta che sarebbe meglio fermare tutto fino al momento in cui l’UP approverà i rimborsi. “Oggi non hanno base legale e vanno di conseguenza sospesi. La prassi va allora congelata”.

“Mi sarei aspettato dal Governo un po’ di umiltà e di volontà, e una lettera di tenore diverso”, attacca il verde Francesco Maggi.

Di diversa opinione invece  Alex Farinelli dei liberali, secondo va bene concedere fiducia. “Verranno fatte delle verifiche e da parte del Governo c’è la volontà di trovare una soluzione in tempi rapidi: credo non sia così drammatico concedere i rimborsi provvisoriamente”, anche perché, sottolinea, nessuno dovrebbe partire prima di marzo e beneficiare dunque dei due stipendi di benefit.

Ma ancora una volta il primo ad agire è stato il deputato MPS Matteo Pronzini, colui che in fondo ha fatto partire il caso con le domande al Consiglio di Stato e poi con la denuncia in Procura. “Il Consiglio di Stato, con sfacciata arroganza, ha scritto al Ufficio Presidenziale chiedendo di poter continuare a percepire le illegali indennità”, scrive in una lettera all’Ufficio Presidenziale. “Ai consiglieri di stato non spetta per diritto divino 15'000 franchi di rimborsi forfettari annui. La somma che deve essere loro versata deve avere un collegamento con le spese effettive. Cosa che non è oggi ( cosi come nel  passato) il caso.  Ad ogni cittadino ed ogni cittadina del Canton Ticino appare chiaro che la somma di 15'000 franchi è chiaramente spropositata, arrogante  ed offensiva verso ognuno di loro. Noto inoltre che si sta cercando di costruire una cortina fumosa alfine di minimizzare la grave crisi istituzionale e di credibilità politica dell’esecutivo cantonale”.

Dunque, “anche in considerazione della mia richiesta di risarcimento e nel rispetto della discussione  che vi è stata nel Plenum del Gran Consiglio mercoledi 21 febbraio 2018 chiedo formalmente che si intimi al Consiglio di Stato di sospendere con effetto immediato l’applicazione del contenuto della NAP 103/2016 (mai sottoposta all’Ufficio Presidenziale) e della NAP 43/2011 sottoposta, ed approvata,  all’UP nel dicembre 2011”.
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