LOCARNO – Qualche giorno fa, alcuni esponenti del PS hanno presentato un’interpellanza al Municipio di Locarno in merito alla vicenda che vedeva protagoniste alcune scuole locali, ‘colpevoli’ di aver assegnato i compiti a chi non frequentava la scuola per scelta dei genitori che non volevano che i bimbi portassero la mascherina (vedi articoli suggeriti).
"Nonostante la Sezione delle scuole comunali avesse chiaramente comunicato ai Municipi che “in nessun caso avrebbe potuto essere consegnato alle famiglie “no mask” il materiale didattico per consentire agli scolari di continuare a lavorare a casa”, la Direzione scolastica dell’Istituto delle scuole comunali tramite la sua Direttrice in carica per mandato Elena Zaccheo, risolveva in maniera del tutto autonoma di contravvenire a questa disposizione facendo in modo di far pervenire agli allievi costretti a casa da una decisione della loro famiglia dei materiali didattici per poter continuare a far scuola in assenza", si legge nell'interpellanza.
Sulla questione risponderà il Municipio, mentre il municipale Giuseppe Cotti aveva già espresso il suo sostegno alla decisione. “I bambini – scrive su Facebook il deputato PPD Giorgio Fonio – non hanno nessuna responsabilità delle scelte dei loro genitori. Quindi, complimenti alla direttrice al municipale Cotti, che hanno deciso di dare i compiti ai bambini (parliamo di scuole elementari) dei genitori contrari all’uso della mascherina”.
Da noi interpellato, Fonio aggiunge: “La domanda che mi pongo non è tanto cosa hanno fatto il capodicastero Giuseppe Cotti e la direttrice dell’Istitituto, che hanno voluto garantire ai bambini il diritto di essere istruiti in un contesto inclusivo, anche perché gli allievi non hanno alcuna responsabilità sulle scelte dei loro genitori, per quanto possano essere scelte discutibili. La domanda che mi pongo è, invece, se la direttiva del DECS non abbia violato la legge sulla scuola, dal momento in cui quei bambini si sono ritrovati senza la possibilità di poter ricevere la giusta istruzione per cause indipendenti dalla loro volontà, ma, appunto, per scelte dei loro genitori che saranno eventualmente sanzionate in altra sede”.
A TicinoLibero ha parlato anche il capodicastero Cotti. “La Direzione, con il sostegno del sottoscritto, ha rifiutato di applicare una direttiva cantonale ideologica che sanzionava il bambino, che ovviamente non è responsabile della scelta di rimanere a casa. Mi sorprende che qualcuno possa considerare giusta una direttiva del genere”.