BERNA – Una proposta di revisione della legge sulla caccia per arginare la pericolosità del lupo. "È evidente che il ritorno di questo predatore in Svizzera rappresenta una seria minaccia per gli allevatori di montagna. In molti Cantoni alpini sono state colpite greggi di animali da reddito - in particolare capre e pecore, ma anche mucche - fonte di sostentamento per molti allevatori". Da questa constatazione trae spunto la mozione dal titolo “Revisione della Legge sulla caccia affinché il lupo non continui ad essere l’incubo degli allevatori di montagna” presentata dai Consiglieri democentristi Piero Marchesi e Marco Chiesa, rispettivamente al Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati su uno dei temi di maggiore attualità in Ticino.
“Questa doppia azione ha l’obiettivo di affrontare il tema prioritariamente nelle due Camere per spingere il Parlamento ad adottare le mozioni, affinché il Consiglio federale elabori la modifica della legge pertinente”, affermano i due consiglieri nel documento.
La proposta al Consiglio federale prevede una modifica della Legge sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici (Legge sulla caccia, LCP) affinché venga:
1. Ridotta la protezione del lupo;
2. Attribuita ai Cantoni maggiore autonomia nella gestione del fenomeno;
3. Permesso ai Cantoni di ordinare con più facilità e immediatezza l’abbattimento di esemplari che potenzialmente possono mettere a rischio le attività di allevamento.
Basandosi sulla legge attuale, la Confederazione si è limitata a concedere ai Cantoni che hanno fatto richiesta l’autorizzazione all’abbattimento degli esemplari più dannosi, ma solamente dopo che hanno dimostrato che il singolo lupo ha predato in abbondanza.
“Le misure di protezione in vigore sono spesso inattuabili e creano difficoltà con i vari fruitori della montagna – si legge nella proposta - Gli indennizzi economici offerti agli allevatori, inoltre, solo parzialmente coprono il danno subito, in quanto non risarciscono il danno morale e non scongiurano la messa a rischio delle attività”.
“L’obiettivo non è certamente quello di sdoganare l’abbattimento indiscriminato del lupo – prosegue la mozione - semmai un ammorbidimento della legge applicata dal Consiglio federale e dagli Uffici competenti, affinché si possa fornire una risposta a chi vive, o forse sarebbe meglio dire sopravvive, grazie all’allevamento in zone periferiche, che già per loro natura operano in territori impervi e pieni di difficoltà, che non necessitano di ulteriori complicazioni legislative”.