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07.03.2023 - 13:450

Rincaro AVS, le proposte dell’Udc per i pensionati con redditi modesti

Presentate da Marchesi e Pamini due iniziative, una federale l’altra cantonale, che, se approvate, permetteranno ai ceti medio-bassi di beneficiare di un aiuto più concreto della proposta recentemente bocciata dalle Camere federali   

BERNA/BELLINZONA - L’UDC ha depositato oggi in contemporanea un’iniziativa parlamentare cantonale (primo firmatario Paolo Pamini) e una mozione al Consiglio nazionale (da parte del Consigliere nazionale Piero Marchesi, firmata anche da Lorenzo Quadri/Lega) per dare una risposta alle persone in AVS/AI, affinché il loro potere d’acquisto venga valorizzato.

L’UDC rifiuta misure di socialità a pioggia che costano centinaia di milioni l’anno a carico dei contribuenti e che mancano il vero obiettivo: aiutare chi davvero ne ha bisogno. Se accolte le due proposte permetteranno ai beneficiari dei ceti medi e medio bassi, di beneficiare di un aiuto molto più concreto della proposta recentemente bocciata alle Camere federali.

Il Consiglio federale ha adeguato a partire dal 1° gennaio 2023 le rendite AVS/AI all’attuale evoluzione dei prezzi e dei salari secondo l’indice misto, aumentandole del 2,5 per cento. La rendita minima di vecchiaia passerà da 1’195 a 1’225 franchi al mese, quella massima da 2’390 a 2’450 franchi.

L’adeguamento delle rendite comporterà un aumento delle spese annue pari a circa:

• 1’370 milioni di franchi: 1’215 milioni per l’AVS, di cui 245 a carico della Confederazione;

• 155 milioni per l’AI.

Complessivamente, tra il 2000 e il 2021 l’adeguamento delle rendite pensionistiche secondo l’indice misto, previsto dalla legge, ha garantito un incremento degli importi delle rendite del 19%, mentre il rincaro è ammontato soltanto all’8%. Ciò significa che il potere di acquisto delle rendite AVS è giustamente aumentato. A fronte di questi fatti c’è, in particolare nel nostro Cantone, chi vorrebbe ancora aggiornare le rendite al rincaro (inflazione) e si scandalizza del fatto che si continui al contrario a privilegiare il sistema misto, che alla resa dei conti è molto ma molto più vantaggioso per i nostri pensionati. Ciò significherebbe un danno economico incalcolabile per le persone a beneficio della pensione. Una socialità al contrario!

In questa situazione ragionare sul parametro dell’inflazione riempirebbe le tasche di tutti i beneficiari AVS e AI dai 25 ai 50 centesimi al giorno. Una socialità ad innaffiatoio dai costi di quasi 500 milioni di franchi l’anno. E chi beneficerebbe davvero di queste centinaia di milioni di franchi dei contribuenti? La risposta è semplice, i pensionati con situazioni economiche buone o molto buone, che non necessitano di sostegni finanziari, poiché sono in netta maggioranza nella popolazione in Svizzera. Oppure gli svizzeri che vivono all’estero, che solitamente beneficiano di un costo della vita più modesto.

L’UDC ritiene che la socialità per essere efficace debba essere mirata a sostenere le fasce più deboli e non a pioggia come molti pretendono oggi, accecati dal furore agonistico della campagna elettorale. Per questo motivo, sia a livello federale che a livello cantonale, propone nuovamente l’applicazione da un lato e l’aggiornamento dall’altro, del modello ticinese di deduzione in favore dei pensionati per i redditi bassi e medio bassi. Questo sistema è nuovamente riproposto perché, proprio coloro che si indignano più di altri, non più tardi di qualche giorno fa a Berna hanno bocciato la proposta di Marco Chiesa di introdurre un importo per deduzioni in favore dei pensionati al Consiglio degli Stati. Come pure in passato hanno bocciato la deduzione integrale dei premi cassa malati e la deduzione del valore locativo per i pensionati.

La mozione inoltrata al Consiglio nazionale da Piero Marchesi e l’iniziativa parlamentare elaborata ticinese, formulata da Paolo Pamini a nome del gruppo UDC rappresentano un sostegno concreto e mirato per i pensionati con redditi bassi e medio-bassi, ben maggiore della proposta recentemente bocciata alle Camere federali che proponeva di aggiornare le rendite al rincaro.

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