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27.07.2022 - 10:300

"Lista unica con Verdi e PS per Governo e Parlamento". La proposta e il decalogo del MPS

Il movimento coordinato da Giuseppe Sergi pubblica la propria posizione in vista delle elezioni cantonali

BELLINZONA - “Unità dell’area rosso-verde? Solo se si fa sul serio!”. Il Movimento per il socialismo torna sul controverso tema delle alleanze a sinistra in vista delle elezioni del prossimo anno e lancia una proposta clamorosa: una lista unica di area non solo per il Governo ma anche per il Parlamento. “Come noto si legge in una nota del partito coordinato da Giuseppe Sergi - l’MPS ha proposto ai Verdi la presentazione di liste comuni per il Consiglio di Stato e per il Gran Consiglio sulla base di un programma di opposizione economico, sociale e ambientale alle politiche fin qui difese dal governo e dai partiti che le sostengono. I Verdi hanno risposto chiedendoci un incontro nel quale ci hanno indicato la loro disponibilità alla discussione nell’ambito, tuttavia, di alleanze più ampie che coinvolgessero tutta la cosiddetta area rosso-verde”.

Da allora, prosegue la nota che riportiamo integralmente, “è avvenuto un ulteriore incontro – promosso dai Verdi – al quale abbiamo partecipato unitamente al PS e nel quale abbiamo già avanzato la proposta di fondo che ribadiamo in questo testo: cioè la costituzione di liste comuni con PS e Verdi sia per il Consiglio Stato che per il Gran Consiglio. Posizione che abbiamo ribadito in un nuovo incontro con i Verdi (che avevano comunque informato il PS di questo incontro) lo scorso 15 luglio, durante il quale abbiamo significato ai Verdi la nostra intenzione di rendere comunque pubblica la nostra proposta, al di là del rifiuto opposto da PS e Verdi (in particolare perché contrari alla presentazione di liste comuni anche per il Gran Consiglio e perché il loro orientamento non contempla una posizione di fondo di radicale opposizione né in governo, né in Gran Consiglio). L’MPS ha, negli ultimi giorni e alla luce degli incontri avuti, approfondito la propria riflessione e deciso di rendere pubbliche il nostro punto di vista e la nostra proposta elettorale; e questo poiché riteniamo che si tratti di un dibattito che non può essere limitato alle istanze dei diversi partiti, ma deve coinvolgere tutti e tutte coloro che si battono per una sinistra di lotta e di opposizione.

Un cambiamento di periodo

Non vi sono dubbi che siamo oggi confrontati con un cambiamento in atto dal punto di vista del contesto politico. Questo, a livello internazionale, nazionale e regionale – vede modificarsi tutti gli aspetti fondamentali economici, politici, sociali ed ambientali che hanno caratterizzato la fase precedente. In questi ultimi anni si sono andate sommando una crisi sanitaria senza precedenti, una crisi ambientale di cui giorno dopo giorno vediamo le conseguenze drammatiche e una crisi dell’ordine mondiale di cui il ritorno della guerra in Europa è una delle maggiori espressioni. Tutte queste dimensioni sono espressione della crisi di fondo del capitalismo in un periodo declinante ed autodistruttivo.

Le conseguenze sono evidenti, in particolare per i salariati e le salariate e per i popoli in tutto il mondo. Per il capitale, nel contesto delle difficoltà richiamate qui sopra e di una concorrenza sempre più approfondita e feroce, l’obiettivo rimane quello di mantenere la propria redditività. Questo comporta un tentativo sempre più intenso di modificare i rapporti tra capitale e lavoro a favore del primo: ne sono espressione non solo l’attacco alle condizioni salariali e di lavoro, oltre che la sempre più intensa precarizzazione dei rapporti di lavoro, ma la rimessa in discussione anche del salario indiretto (pensioni, prestazioni sociali, etc.). La concorrenza interimperialista sempre più feroce e il rifiuto di rompere con un modello economico fondato sui combustibili fossili, rendono sempre più precari gli equilibri politici e ambientali del mondo contemporaneo, trattengiando i caratteri di una vera e propria crisi di civiltà.

Un necessario cambiamento di paradigma

Di fronte a tutto questo non vi sono spazi (semmai ve ne sono stati) per modifiche della realtà economico-sociale a tappe, passo dopo passo, costituendo un’inversione di tendenza che sovverta le logiche profonde del capitalismo. A qualsiasi livello, in qualsiasi ambito, le resistenze alle politiche economiche, sociali e ambientali del capitale e dei partiti che ne sono espressione non può essere disgiunta dalla necessità di immaginare e proporre soluzioni che rompano con la logica del capitale e, allo stesso tempo, siano risposte concrete alle crisi multiple che minacciano la vita di milioni di persone e dell’intero pianeta. In altre parole, mai come in questo momento appare come una delle soluzioni più realistiche una rottura con il capitale; la cui prima manifestazione, per una sinistra di sinistra, può solo essere la scelta di un’opposizione, sul terreno sociale così come a tutti i livelli istituzionali.

Un’opposizione netta sulle questioni di fondo

Nella prospettiva delle prossime elezioni questo cambiamento di paradigma deve essere messo in avanti. E deve investire gli aspetti fondamentali dell’azione sulla quale si sono manifestate le resistenze sul terreno della mobilitazione sociale.

Opponiamoci e resistiamo di fronte alla crisi economica e sociale

Non vi sono dubbi che le condizioni di vita e di lavoro della stragrande maggioranza della popolazione in Ticino siano peggiorate e tendano a peggiorare sempre più. Il dumping salariale e sociale è una realtà che ormai nessuno osa più negare. Di fronte a tutto questo devono essere varate con urgenza misure che permettano di controllare il mercato del lavoro e quindi le condizioni di lavoro e di salario (ispettorato), introdurre un minimo salariale di almeno 4’000 franchi mensili per 13 mensilità, meccanismi legali e contrattuali di adeguamento e compensazione degli aumenti del costo della vita. Un discorso deciso deve poi essere fatto sul terreno del salario differito, cioè quel sistema pensionistico che a livello federale, così come a livello cantonale, vede costantemente sotto attacco, ormai da qualche tempo, le prestazioni pensionistiche. 

Opponiamoci e resistiamo di fronte alla crisi ambientale

Malgrado le dichiarazioni di principio a favore dell’ambiente, non vi sono segnali significativi di svolte su questo terreno. Anzi, la crisi pandemica e le sue conseguenze, nonché la guerra, hanno rilanciato le più tradizionali posizioni in materia energetica, tra cui l’energia dell’atomo. A questo si aggiungono decisioni (come quella di portare il budget dell’esercito da 5 a 7 miliardi – è noto che gli eserciti sono tra le strutture più inquinanti) che aggraveranno ulteriormente la situazione. In questo contesto sono necessari, velocemente, provvedimenti che possano rompere con questa logica di riarmo e militarista. 

Opponiamoci e resistiamo ai venti di guerra

La mobilitazione contro l’aggressione di Putin all’Ucraina è stata l’occasione per denunciare le mire imperialiste che si rafforzano nel mondo, sempre più conteso tra interessi dell’uno o dell’altro imperialismo (da quello russo a quello statunitense a quello cinese). Interessi di governi e regimi che non corrispondono in nessuno modo ai bisogni, alle aspirazioni e ai diritti dei popoli. È stata anche l’occasione per ribadire che valori quali il diritto dei popoli all’autodeterminazione, la difesa delle libertà e dei diritti di ognuno, il rifiuto della guerra come strumento di soluzione delle divergenze, debbono essere valori fondamentali della sinistra. L’aumento del budget annuale dell’esercito, la decisione di anticipare l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento (ancora prima della votazione popolare), gli ammiccamenti verso una maggiore o una totale integrazione alla NATO sono i segnali evidenti di una svolta militarista, d’altronde in linea con quanto succede nei paesi capitalistici europei. Noi dobbiamo dire No con chiarezza a questa svolta, batterci contro ogni forma di militarismo e per l’abolizione dell’esercito.

Opponiamoci e resistiamo alle discriminazioni di genere

Malgrado le leggi, i proclami e le dichiarazioni, le discriminazioni di genere (in ambito salariale, lavorativo, sociale e formativo) non si sono attenuate, anzi. È evidente che senza proposte che rompano con la logica del sistema non sarà possibile realizzare passi avanti significativi nella lotta alle discriminazioni di genere in tutti gli ambiti. Lo stesso discorso vale per la lotta contro la violenza. Anche qui, discorsi, studi, analisi: ma nessuna proposta significativa che permetta di rompere con una violenza contro le donne che non accenna ad aumentare. Persino le proposte più semplici e compatibili (cfr introduzione di un numero di soccorso unico) vengono bellamente ignorate.

Opponiamoci e resistiamo alla crisi del sistema formativo

L’ambito formativo è caratterizzato da una forte permanenza della selezione sociale nell’ambito delle scuole obbligatorie e post-obbligatorie, con una tendenza marcata ad asservire gli obiettivi di formazione alle esigenze del padronato. Nell’ambito più specifico della formazione professionale appare evidente la crisi del sistema formativo (il cosiddetto sistema duale), caratterizzata dal monopolio padronale sul mercato dei posti di tirocinio che tende ad accrescere la distorsione tra offerta e domanda di posti di tirocinio.

Opponiamoci e resistiamo all’attacco al sistema socio-sanitario

È ormai da anni che governo e partiti maggiori tentano di razionare il sistema delle cure nel nostro Cantone, riducendo l’offerta sanitaria (chiusura di ospedali, di pronto soccorso, soppressione di letti, tentativi di concentrazione di reparti, etc.). Il tutto all’insegna della logica mercantile che vorrebbe sviluppare ulteriormente la medicina privata e la logica ad essa afferente. A tutto questo si aggiunge la debolezza di un sistema sanitario che non riesce ad organizzarsi come rete sanitaria e rispondere in questo modo alle esigenze delle cittadine e dei cittadini. Fondamentale su questo terreno è la necessità di avviare un miglioramento di fondo della situazione del personale sanitario, sia dal punto di vista delle condizioni di lavoro che di quelle salariali.

Un’opposizione e una resistenza a tutto campo

I capitoli che abbiamo qui sopra delineato non rappresentano, nella formulazione riassuntiva evocata, un programma definitivo. Indicano le priorità sulle quali vogliamo sottolineare la necessità di una discontinuità politica con quanto si è affermato in questi anni, l’esigenza di una chiara opposizione alle politiche fin qui condotte dal governo e dalla maggioranza del Parlamento. Opposizione e discontinuità che dovranno trovare il loro epicentro sul terreno sociale, dove andrà messo il massimo impegno per costruire mobilitazioni e resistenze alle politiche del padronato e dei suoi partiti. Riteniamo tuttavia necessario e utile che, anche a livello istituzionale, via sia un cambiamento di paradigma, che possa concretizzarsi attraverso la costruzione di uno schieramento che sul terreno economico, sociale ed ambientale si opponga al mondo del capitale, ai suoi governi, ai suoi partiti. Il sistema elettorale ticinese favorisce la presenza in governo anche di forze che hanno una base elettorale modesta. L’obiettivo di questo sistema, è evidente a tutti, è l’integrazione delle forze politiche e il loro coinvolgimento in una politica di concertazione che permetta la stabilità e la continuità del sistema di governo. Ma questo sistema non può condannare al perseguimento di una politica di collaborazione con partiti che rappresentano gli interessi del capitale; la presenza in governo non significa l’impossibilità di continuare a svolgere un lavoro di radicale opposizione sia in seno allo stesso governo che in Parlamento, un’opposizione – pubblica e chiara – fondata su un programma preciso.

La nostra proposta per le elezioni

Dalle premesse che abbiamo fin qui sviluppato e prendendo sul serio i discorsi sulla cosiddetta area rosso-verde, non possiamo che arrivare ad una chiara e semplice proposta che indirizziamo a Verdi e PS: la presentazione, per le prossime elezioni cantonali, di liste uniche sia per il Consiglio di Stato che per il Gran Consiglio. In particolare non comprendiamo (e pensiamo che pochi a sinistra lo comprendano) le ragioni per le quali avrebbe senso una lista unitaria per il Consiglio di Stato e non una per il Gran Consglio. Tutte le obiezioni che si potrebbero fare a una lista unica per il Gran Consiglio (rapporti di forza, presenza delle diverse sensibilità, etc.) – nella misura in cui potessere ritenersi valide – sarebbero tali sia per una lista unica per il Gran Consiglio che per il Consiglio di Stato. Non si deve, pensando al Gran Consiglio, sottovalutare il valore simbolico che avrebbe una lista unica che verosimilmente permetterebbe di eleggere il più forte gruppo in Gran Consiglio (e nelle commissioni parlamentari): in un contesto caratterizzato da una verosimile avanzata elettorale della destra avrebbe sicuramente una valenza positiva. Naturalmente la costituzione di queste liste dovrà fondarsi su un programma di opposizione, in governo e in Parlamento, che, approfondendo i punti che abbiamo qui sopra richiamato, dovrebbe essere elaborato in una forma più precisa e articolata. Ci rendiamo conto che l’adesione a questa proposta significherebbe un cambiamento radicale di paradigma sia per i Verdi che, ancor di più, per il PS; ma anche per l’MPS rappresenta uno sforzo di cambiamento non certo trascurabile, in particolare dal punto di vista della tattica elettorale.

Il dibattito sulle alleanze (soprattutto per chi dichiara di muoversi in una dinamica rosso- verde) non può risolversi in discussioni eminentemente tattiche nelle quali la difesa delle proprie posizioni è l’elemento fondamentale. Il contesto storico, il periodo nel quale siamo entrati, non permette più di continuare con la politica condotta in questi ultimi anni. Se veramente si crede a quanto si va affermando, appare necessario fare scelte coraggiose. È quello che ha spinto l’MPS a fare questa proposta. Una proposta, e lo crediamo fermamente, che, lo ribadiamo, scaturisce dalla consapevolezza politica che siamo entrati in un periodo storico di profondi mutamenti che invitano ad essere audaci e innovativi anche nell’analisi delle proprie proposte, dei propri atteggiamenti, delle proprie tattiche e strategie. Lo esige la necessità di dare risposte adeguate agli urgenti problemi con i quali, di fronte ad una crisi composita del capitalismo declinante, è confrontata la stragrande maggioranza della popolazione”.

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