BELLINZONA - Una incertezza che senza dubbio pesa. Christian Vitta ha commentato a La Regione la notizia che non è escluso che la BNS non possa distribuire degli utili ai cantoni per alcuni anni.
Infatti un esperto dell'UBS ha sostenuto come la possibilità che la BNS sia in grado di contribuire ai conti cantonali nell'anno in corso è meno del 30%. Sale al 50% per il 2024 e il 2025. (leggi qui). Già nel 2022 le perdite della Banca Nazionale avevano impedito l'iniezione di soldi nei bilanci cantonali: il Ticino li aveva messi nel preventivo, per esempio.
Come agire, dunque? Includerli o no nei prossimi preventivi? Per il Consigliere di Stato è ancora troppo presto per dirlo, si attendono indicazioni da Berna. Ma certamente l'incertezza non fa bene. "Sarebbe invece una novità il fatto che per più anni non venga distribuito nulla a Confederazione e Cantoni. In passato c’è sempre stata, con alti e bassi, una certa distribuzione. Stiamo in ogni caso facendo una discussione su degli scenari basati su delle probabilità. In questo contesto sarà importante che il Dipartimento federale delle finanze, che ha sottoscritto la Convenzione per la ridistribuzione degli utili con la BNS dia delle indicazioni agli enti pubblici su cosa prevede per i prossimi anni, in coordinamento con la Banca stessa. È chiaro che nessuno può convivere a lungo con l’incertezza di non sapere se i soldi arriveranno o meno".
In caso di mancato arrivo dei soldi per anni, sarebbe problematico. Non tanto, spiega, per il 2022, quando i conti dovrebbero chiudere in pareggio, ma dal 2023 in poi. "Tanto più il fardello diventa pesante, tanto più sarà poi doloroso riequilibrare. Dobbiamo essere consapevoli che difficilmente si riuscirà a fare coincidere l’equazione: se mancano tante risorse poi gli interventi sulla spesa dovranno essere più incisivi. Penso che il tutto sia gestibile, se ci sarà una forte volontà di raggiungere l’obiettivo da parte di tutti i partiti". Un messaggio implicito, dunque, a tutte le forze, a un mese e mezzo dalle cantonali.
Su un possibile ritorno del moltiplicatore al 100%, Vitta resta prudente. Il Gran Consiglio nel 2019 aveva scelto di non aumentare le imposte, poi il decreto Morisoli aveva detto altro. "Il ragionamento che si sta facendo nella revisione della Legge tributaria si muove dunque nella forchetta data dall’attuale coefficiente d’imposta al 96/97%, per cui non si va ad aggravare la situazione finanziaria".